I Domenica dopo la Dedicazione
26 ottobre 2025
Mt 28, 16-20
 Riferimenti :At 13, 1-5a - Sal 95 - Rm 15, 15-20
Annunciate a tutti i popoli le opere di Dio. Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome.

 At 13, 1-5a
In quei giorni. C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei
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Atti degli Apostoli. 13, 1-5a
Ad Antiochia si è già fatto l'esperimento della convivenza di ebrei e pagani convertiti: essi vivono insieme con attenzione e rispetto reciproco, consapevoli di avere alle spalle una cultura diversa che però va continuamente verificata sulla Parola di Gesù, esaminando il Primo(V T) Testamento e le testimonianze che si stanno organizzando nel Secondo Testamento (N T). Questa operazione è molto più difficile per i pagani, fattosi cristiani, poiché richiede una sensibilità nuova che si adatti alla mentalità ebraica senza tuttavia assorbirne la legislazione del culto e le esclusioni che il popolo d'Israele fa rispetto agli altri popoli. La Comunità cristiana ha sperimentato la bellezza e la speranza che Gesù ha portato attraverso la Parola e la conoscenza di sé agli apostoli. Così, in questa comunità, si è verificato che la fede si trasmette raccontando le parole e i fatti di Gesù e mostrando la propria testimonianza. Il Signore interviene, ma ha bisogno di una visibilità che accompagni il dono, anzi il dono della fede viene dopo questa manifestazione concreta e visibile di Gesù nei discepoli. Con questo brano gli "Atti degli Apostoli" iniziano il racconto della prima missione di Paolo e di Barnaba da Antiochia verso l'Asia minore (13,1-14,28). Attraverso la Chiesa, Gesù si svela al mondo. L'inizio di questa progetto avviene durante il culto e in un contesto di digiuno. Il digiuno è segno di attesa e sostegno alla richiesta che si fa a Dio. Per la Pace in Siria Papa Francesco ha ripreso questo stile di intercessione per chiedere al Signore lo Spirito che aiutasse a superare i progetti di guerra.

Rm 15, 15-20
Fratelli, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui.

Romani. 15, 15-20
Paolo si rende conto di essere uno sconosciuto per la comunità di Roma poiché non è stata fondata da lui, e sanno di lui poco, e lo sanno da altri. Ha voluto, comunque scrivere una lunga lettera e qui, alla fine, si rende conto di aver scritto cose che già conoscono. Ma Paolo sente il compito di essere apostolo tra le genti perché si costituisca una unità tra i popoli e vuole coinvolgere anche questa grande comunità perché tutti i credenti in Gesù divengano, per il Vangelo annunciato anche da Paolo, un unico sacrificio, una grande offerta gradita a Dio Vengono usati termini sacri, sacerdotali, cultuali. Il vangelo è un impegno sacro, è un culto, è un sacerdozio. Paolo vuole ricordare e far conoscere ("ricordarvi")"di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani" e quindi la loro fede li riunisce in una comunità "santificata dallo Spirito Santo". Paolo dichiara di aver concluso il suo lavoro in Medio Oriente e pensa di trasferirsi in Spagna. Nel tragitto spera di fermarsi a Roma e, quindi, di potersi conoscere reciprocamente, più profondamente e desidera farlo per un po' di tempo
Paolo è consapevole di aver svolto il sacerdozio ministeriale ("l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita") per costituire una comunità più grande, a servizio dei battezzati tutti. Ed essi, a loro volta, esercitano un sacerdozio battesimale ogni giorno (Romani 12,1 "offrire i vostri corpi come sacrificio vivente"). Paolo si rende conto che il suo lavoro ha dato frutto e perciò avrebbe motivo di vanto, ma si corregge subito, dicendo che è tutta opera del Signore Gesù se, per mezzo suo, i pagani si sono sottomessi all'obbedienza, in parole e opere, e continuano a volerlo. Ma per questo il Signore si è servito anche di prodigi e segni miracolosi.

 Mt 28, 16-20
In quel tempo. Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che il Signore Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Mt 28, 16-20
Oggi, la Chiesa, nella liturgia della solennità della Santissima Trinità, proclama la parte conclusiva del vangelo di Matteo. In questo piccolo brano, propriamente, viene riportato il mandato divino a fare discepoli tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (vv. 19-20). Come spiegava san Josemaría, «la Trinità si è innamorata dell'uomo (...); lo ha redento dal peccato (...) e desidera ardentemente dimorare nella nostra anima»[1]. Gesù invia i discepoli a evangelizzare e battezzare nel nome delle Tre Persone Divine, proprio perché vogliono abitare (cfr. Gv 14, 23) in ogni cuore che liberamente apre le sue porte (cfr. Ap 3, 20). Per non fallire nella realizzazione di questo mandato, Gesù ci ricorda che a lui è stato dato ogni potere sul cielo e sulla terra (v. 18). Con questa espressione cielo e terra, il linguaggio biblico esprime tutta la realtà creata: Gesù è onnipotente in ogni luogo, quelli visibili e quelli invisibili. La sua forza e il suo potere possono arrivare in ogni angolo, in qualsiasi ambiente e in ogni cuore. Questa verità riguardo il trionfo di Cristo può giungere sempre più in fondo nella nostra anima, fino a riempirci di quella grande fiducia e sicurezza di cui godevano i santi: per quanto, qualche volta, possa sembrare che il male si estenda con facilità e senza ostacoli, Dio continua ad agire efficacemente in tutte le persone e attende la nostra libera collaborazione per redimerle e cambiarle. Con quella misteriosa affermazione fatta da Gesù, «a me è stato dato ogni potere», ci viene svelata la realizzazione delle profezie dell’Antico Testamento, in particolare quelle del libro di Daniele, secondo il quale il Figlio dell’Uomo riceverà il dominio, l’onore e il regno, e nel quale veniva annunciato che tutti i popoli, nazioni e lingue lo dovevano servire (Dan 7, 14ss). Ma, il potere di Dio non vuole sopraffare la piccolezza dell’uomo per soggiogarlo a una sottomissione servile, sino al punto di annichilirlo, come molti pensano e per questo rifiutano Dio. Al contrario, è tale il trionfo del Signore sul peccato e sulla morte che esalta gli uomini, per farli capaci di avere con Lui un tratto amorevole e fiducioso, come figli suoi e templi della divina presenza.
La vittoria di Gesù e, così, talmente grande che arriva a fidarsi, per così dire, dei suoi discepoli per l’immenso compito di illuminare il mondo intero con la verità del vangelo e la grazia del battesimo e, per insegnare a tutti i popoli quello che il Figlio di Dio aveva insegnato loro.

Credo
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Amen.