Pagina 1 - Il Tassello

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Parrocchia Santa Maria Regina, Busto Arsizio - 20 maggio 2004 Anno VI - Numero 7
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Quest’anno, non organizzando il Palio come le altre volte, abbiamo pensato di "metterci in rete" e di
collegarci tra parrocchie e quartieri. Per questa occasione hanno aderito la parrocchia del Redentore e di san
Giuseppe. Per adesso sfide sportive, ma con l'intento di inventare iniziative nuove per superare i confini del
proprio quartiere. Mentre ci spingiamo al di là delle nostre case nell’incontro con altre realtà parrocchiali,
sta prendendo piede il coinvolgimento delle persone per progettare la piazza don Marco Brivio, davanti alla
chiesa. così che non rimanga solamente un comodo parcheggio per chi frequenta la parrocchia. Si vorrebbe
invece che la piazza diventasse un elemento importante per tutto il quartiere, fatto di credenti e di non
credenti. Partire dal basso, raccogliere idee e proposte ma soprattutto imparare a "mettere insieme",
trovando la soluzione che più direttamente tenga conto di tutti i pareri. Senza pretendere la perfezione si
vuole imparare a qualificare la città… da cittadini. Sappiamo in anticipo che ci saranno critiche, perché i
brontoloni e i criticoni sono vivi e vegeti, ma… perchè non provare? Un modo come un altro per non
accontentarsi di un voto dato alle persone con una delega in bianco senza controllo o senza aiuto.
Non dimentichiamo la passata scadenza del primo maggio dove l’Europa ha allargato i paletti con
l’arrivo di nuove nazioni. Questo fatto storico ci obbliga ad innalzare lo sguardo, non rimanendo chiusi nel
nostro orticello. Ma uno spirito europeo va d'accordo con uno spirito di quartiere inteso come "voglia di
uscire dagli interessi particolari e dalla restrittezza del proprio punto di vista". Anche il progetto di una
piazza, pur essendo una piccola cosa, ha un suo valore.
Leggevo la considerazione di un autore
che ricordava come la creazione fosse avve-
nuta, per la Bibbia, attraverso la parola, mentre
l'uomo venne creato dalle mani di Dio. La forza
della parola crea la bellezza della creazione, ma
sono le mani sporche di Dio che fanno l'uomo.
Sappiamo che l'autore ha usato immagini e
intuizioni particolarmente illuminate e che non
possono essere verificate attraverso l'archeolo-
gia, perché non siamo davanti a nessun reperto
storico trovato in qualche grotta. Anche il
pensiero delle mani di Dio non può avere un
fondamento storico, ma rimane una immagine
suggestiva che indica qualche cosa di bello e di
allusivo.
Se all'inizio della creazione possiamo ritro-
vare il sudore di Dio nel lavorare il fango, ci
accorgiamo che, nella vita concret,a sono an-
cora le mani a "fare" la persona.
Il passaggio
delle ore, piene di
esperienze e di
occupazioni ca-
salinghe, sono
mani che modifi-
cano la vita di
ognuno; gli errori
che facciamo e che ci mettono in difficoltà,
sono altre mani che ci lavorano proprio quando
c’è da rimettere a posto i cocci; i pensieri e le
intuizioni che ci vengono durante la giornata,
sono mani che ritoccano aspetti infantili della
nostra personalità non del tutto cresciuti.
Quante mani ci toccano, ci smuovono, ci tra-
sformano! I cambiamenti possono anche essere
anche al negativo ma, chi percepisce di essere
argilla tra le dita di Dio, avverte la forza positiva
in grado di farlo crescere.
TANTE SONO LE MANI