Pagina 14 - Il Tassello

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LIBERI SCRITTORI
- SUCCESSO 40 ANNI FA -
Spesso emergono dal
passato episodi vissuti anni
fa, quando ero una quattordi-
cenne che non possedeva il
dono del savoir faire (e, credo
di non possederlo ancora og-
gi…). Ricordo che spesso ve-
niva a trovarci un’ anziana
zia, sorella di mio padre, che
abitava a Milano. Era il clas-
sico tipo… eccentrico, sia per
il modo di vestire che per il
carattere, come dire, molto
particolare. Non c’era un
buon feeling fra me e lei. Se
posso esprimere un mio pare-
re, era la classica impicciona.
Ti faceva il terzo grado, e, se
ad una sua domanda non davi
la risposta che si aspettava,
beh allora eri fregata in pie-
no. Cominciava a inveire con-
tro “sta gioventù moderna
senza pudore e senza timore
di Dio”, e , chi ne ha… più ne
metta!
Per farla breve, un gior-
no che, disgraziatamente era-
vamo in casa sole, io e mia
sorella minore, il campanello
esterno suonò. Prima di apri-
re, sbirciai da dietro la tendi-
na della finestra. Mi venne
un colpo: era la “cara zia” di
Milano! Il panico mi assalì.
Immediatamente realizzai
che non sarei sopravvissuta ad
un altro “sermone”. Così e-
scogitai un piano di fuga.
Sfortunatamente l’unica via
di uscita era quella che si ap-
prestava a percorrere la “cara
zia”. Persi il controllo di me
stessa quando udii di nuovo il
c amp a n e l l o s c h i a c c i a t o
“delicatamente” dalla zia,
che, molto probabilmente,
stava perdendo la pazienza.
La prima cosa che mi
venne in mente fu quella di
nascondermi. Feci le dovute
raccomandazioni a mia sorel-
la: doveva dire che era in casa
da sola! L’unico nascondiglio
che poteva essere quasi sicuro
era l’armadio! E sì, perché, la
“cara zia” oltre a non farsi i
fatti suoi, era anche impiccio-
na, ficcava il naso in tutte le
stanze e non solo: apriva an-
che gli armadi! Così m’infilai
nell’armadio della nostra ca-
meretta. Chiesi a mia sorella
di chiuderlo con la chiave e di
nasconderla. Ero accovaccia-
ta nel bel mezzo dei cappotti:
c’era una puzza tremenda di
naftalina, mi mancava quasi il
respiro, però mi consolavo
pensando che quello era nien-
te se confrontato con la “cara
zia”. Sembrava che il tempo
non volesse più passare … Mi
dicevo che presto la “cara
zia” sarebbe andata, poiché
era solita prendere il treno
delle 16,30. Stranamente, il
tempo passava, ma nessuno si
faceva vivo. Mi chiedevo che
fine avesse fatto mia sorella
… La stanchezza mi vinse e
mi addormentai. Non so esat-
tamente quanto tempo vi ri-
masi in quell’armadio! E sì,
mia sorella, mentre accompa-
gnava all’uscita la “cara zia”,
incontrò la sua amica che abi-
tava al piano superiore, che le
chiese se potevano giocare
insieme in casa sua. Figuria-
moci! Lei accettò immediata-
mente! Chiuse a chiave la
porta di casa, salì al piano
superiore, senza ricordarsi
della “povera carcerata”.
Come tutte le “belle sto-
rie” anche questa ha avuto un
lieto fine: Alle otto di sera, al
rientro dei miei genitori e del
resto della famiglia, mia so-
rella minore ritornò a casa e,
alla domanda di mia madre:
“Dove è tua sorella? Ti ha la-
sciata sola ed è uscita? Quan-
do torna mi sente!” Candida-
mente rispose: “Mamma non
ti preoccupare, vieni con me!”
Entrò in cameretta, aprì
l’armadio e…meraviglie delle
meraviglie… la bella addor-
mentata si ridestò!” Il seguito
è meglio tacerlo!
R
ITA
LA BELLA … ADDORMENTATA
IL BATTISTERO NUOVO
Stanno procedendo i contatti con la Curia di Milano per predisporre un piano generale di
intervento all’interno della chiesa. Interventi che si faranno nel corso di alcuni anni. Nell’anno del
40^ vorremmo realizzare il battistero (attualmente inadeguato!). Appena avremo delle indicazioni
favorevoli da parte della Commissione d’Arte Sacra, faremo conoscere il progetto.