Pagina 7 - Il Tassello

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NELLA SPIRITUALITA’
Questa è la risposta del-
la beata Elisabetta della Trini-
tà, quando era ancora una ra-
gazzina, prima di entrare co-
me carmelitana in monastero
a Digione, alla domanda che
un’amica della mamma le a-
veva posto. La signora, ve-
dendo la giovane ogni giorno
per lungo tempo in chiesa,
sola davanti al tabernacolo, le
aveva chiesto
cos’avesse mai
da dire al buon Dio per tut-
to quel tempo
...
Abbiamo ancora negli
occhi e nel cuore le Giornate
Eucaristiche, che hanno visto
molti di noi sostare silenziosi
in preghiera davanti al Pane
Consacrato, esposto sull’alta-
re.
Sì, bisogna davvero a-
mare molto il Signore per sta-
re a lungo così, in silenzio,
con gli occhi dell’anima che
si aprono a ciò che non si ve-
de, facendo appello a quella
fede che ci portiamo dentro e
che, in qualche angolo di noi
stessi, suggerisce l’idea na-
scosta e pure così preziosa
che “Lui” è lì, su quell’altare,
e anche dentro di noi, quando
lo riceviamo nella Comunio-
ne: basta credere!
E’ così semplice, que-
sta intimità con Dio
: è un
andare con fiducia da colui
che si ama, uno stargli accan-
to come un bambino tra le
braccia della mamma, un ab-
bandono del cuore..
Nel silenzio della fede sappia-
mo che non siamo soli; il no-
stro Dio è vivo, è nella nostra
anima, non abbiamo che da
raccoglierci per incontrarlo in
noi e sentirci tutt’uno con
quel Pane Santo sull’altare.
Rimanendo così, muti, sotto il
suo sguardo, possiamo godere
della sua presenza ed adorar-
lo.
“L’adorazione è una
parola del cielo più che della
terra. Mi sembra che si possa
definire l’estasi dell’amore.
E’ l’amore schiacciato dalla
bellezza, dalla forza, dalla
grandezza immensa dell’og-
getto amato, in un silenzio
pieno e profondo.”
E’ ancora la beata Elisa-
betta che ci guida, lei che,
morta 100 anni fa, ha passato
tutta la sua vita assorbita dalla
preghiera, nella solitudine del
Carmelo, invasa dall’amore,
imparando a ricevere in
u-
guale modo, come diretta-
mente provenienti da Dio, la
gioia e il dolore
e raggiun-
gendo così una grande pace.
Davanti al tabernacolo,
sullo sfondo del Crocifisso,
possiamo imparare piano pia-
no anche noi a
non fuggire
davanti alla Croce
, ad amare
come Gesù, obbediente al Pa-
dre sino alla fine. Vedremo
allora gli eventi della nostra
vita sempre più con i suoi oc-
chi e ci lasceremo modellare,
docili come vasi d’argilla,
dalla volontà di Dio.
Nel nostro cuore sussur-
reremo: “fa’ di me ciò che ti
piace...” perchè niente è trop-
po difficile o faticoso quando
lo si fa per compiacere chi si
ama. Chiediamo con fiducia
al Signore che dilati il nostro
cuore perchè possiamo acco-
glierlo e offrirgli ogni nostra
fatica o dolore, camminando-
gli accanto sulla via della
Croce, per andare insieme a
Lui
oltre la sofferenza
e con
Lui veder spuntare dietro l’o-
rizzonte l’alba della Resurre-
zione.
“Quest’anno abbiamo il
SS.mo Sacramento nella cap-
pella.
- scrive Elisabetta ormai
molto malata -
Amavo tanto
passarvi delle ore e dei giorni
interi, ma più
ancora amo la
volontà del mio adorato Mae-
stro e non esiste più sacrifi-
cio per me
: se non posso an-
dare più io da Lui, è Lui che
viene da me per stringere la
mia anima con la tenerezza di
una madre.”
E’ bello pensare che
possiamo raccoglierci nel no-
stro cuore in qualunque mo-
mento e che lo possiamo in-
contrare in chiesa, come pure
in ogni nostra occupazione,
mentre accudiamo i nostri fi-
gli o siamo occupati sul posto
di lavoro o, ancor di più,
quando siamo bloccati in un
letto dalla malattia: uno
sguardo al Crocifisso,
un’ele-
vazione del cuore e non sia-
mo più soli
, perchè Lui è lì a
sostenerci, a farci compagnia,
a stringere con calore e affet-
to la nostra mano.
E’ tutto così semplice:
ci amiamo!
M
ARIA
L
UISA
“ SIGNORA, NOI CI AMIAMO! ”