Pagina 2 - Il Tassello

Versione HTML di base

2
Volentieri vi raggiungevo a casa: un tur-
no del bar, una morte improvvisa o la notizia di
una brutta malattia, la richiesta di un impegno
in parrocchia o l’invito per una “pecorella
smarrita” che non vedevo da un po’, la cono-
scenza di un problema familiare o di un forte
disagio, l’Eucarestia ai vostri malati, la visita
alla famiglia in occasione del Natale, …
Pian piano, negli anni, ogni occasione era
buona per bussare alla vostra porta e voi mi
avete sempre riempito il cuore: quante lacrime
avete versato davanti a me, quasi sempre chie-
dendomi scusa per lo sfogo mentre ero io a do-
vermi scusare con voi per la mia intromissione
nel santuario della vostra intimità (e chissà
quante volte sono stata così poco delicata …);
quanti e quali pesi quotidiani mi avete affidato
nella confidenza, come ad una Sorella, inse-
gnandomi a portare con più fiducia i miei; di
quanti commossi ricordi ed affetti mi avete resa
partecipe, …
Anche voi, persone segnate nel corpo dal-
la malattia, siete state una autentica testimo-
nianza e forza per me: con l’umiltà che solo la
vita insegna, vi siete consegnate al Signore Ge-
sù con la certezza che la vostra sofferenza gua-
dagna innumerevoli grazie che Lui distribuisce,
chissà dove e a chi, secondo la Sua volontà.
E se questo vale più per gli adulti (ma
non è detto) non da meno mi ha regalato il
mondo dei ragazzi e dei giovani. Sì, non posso
negarlo, è stato il campo in cui più è stato mes-
so alla prova il mio volervi bene, carissimi ra-
gazzi, adolescenti e giovani, ma mi avete dato
ed insegnato tanto.
Più volte e nei modi che solo voi sapete
inventare mi avete raccontato la vostra fatica
nel seguire la persona di Gesù: incostanza negli
impegni, alti e bassi, pigrizia e fatica nella pre-
ghiera. Ho dovuto, per fortuna, imparare a vo-
lervi bene e ad accogliervi per come siete e non
per come io vi volevo … me lo avete insegnato
voi. Con mio grande stupore, come un fulmine
a ciel sereno, ogni tanto mi parlavate delle vo-
stre ferite, permettendomi così di portare, con
voi, un pochino il fardello. Con grande origina-
lità mi avete chiesto consigli e ne avete anche
rifiutati tanti (del resto fa parte del gioco); mi
avete affidato delicate confidenze aprendo mol-
to discretamente il vostro animo.
Un posto speciale avete anche voi, bam-
bini e ragazzi dell’oratorio: il vostro entusia-
smo, la vostra spontaneità e genuinità, mi ha
sempre accettata per quella che sono.
Per tutto questo e per molto altro che cu-
stodisco gelosamente nel cuore,
io so solo dire
grazie.
Sto realmente pensando a ciascuno di voi,
soprattutto a quelle persone che ho incontrato
più raramente, per vari motivi: carattere schivo,
figli ormai grandi, partecipazione alla vita cri-
stiana in un’altra parrocchia, poco praticanti
magari per motivi legati a situazioni molto per-
sonali, ecc… Penso anche a tutti coloro che
magari non osano farsi avanti, dicendo:
“figurati se si ricorda di noi o se ha tempo e
voglia di salutarci”. Da ultimo, penso a chi in-
volontariamente ho allontanato o cercato poco
o gli ho riservato meno tempo: chiedo scusa
per non avervi prestato quell’attenzione che
avrei voluto.
Voglio che
ciascuno di voi
sappia che mi
ha
regalato tanto
e mi ha aiutato, credetemi, a
superare passaggi difficili anche nella mia vita
di donna battezzata e consacrata, senza perdere
capelli!... (ne basta uno in parrocchia)
Anche a voi, carissimi don Norberto e
don Stefano, va la mia gratitudine per essermi
stati fratelli maggiori nell’amore al Signore
Gesù e nella generosa dedizione ai fratelli.
Di vero cuore un
grazie speciale
a te, don
Norberto, per aver stimato prezioso il mio esse-
re donna nella comunità e nella Chiesa: sono
stata la prima persona da convertire in parroc-
chia ma poi, grazie anche a questa tua sincera
fiducia, ho avuto il coraggio di andare a portare
l’annuncio della Resurrezione del Cristo a tutti
gli uomini, come le benedette donne del Van-
gelo.
Ora vi saluto con tantissimo affetto e vi
abbraccio, uno ad uno, vi assicuro le mie pre-
ghiere e chiedo le vostre perché il Signore con-
tinui a guidare me e la mia comunità religiosa
nel suo Santo e, qualche volta, nascosto volere.
SUOR
A
NGELA
La redazione ringrazia per la lettera arrivata
“all’ultimo”. Sorride al fatto che, adesso che
se ne sta andando … scrive con abbondanza!