Pagina 6 - Il Tassello

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È bello, anzi meraviglioso e indescrivibi-
le, almeno per me, ammirare attraverso lo spic-
chio, lasciato aperto, della porta finestra del
balcone della cucina, la catena del Monte Rosa,
nelle giornate limpide spazzate dal vento, cate-
na che si staglia nitidamente sull’azzurro del
cielo, mentre la montagna tutta è soffusa da
una luce dalle sfumature rosa.
Insomma uno spettacolo mozza fiato, uni-
co nella sua bellezza, emozionante nella sua
profondità, da non perdere, anzi mi ritengo
molto fortunato di poterlo ammirare di primo
mattino, predispone il cuore e l’anima a bene
sperare per tutta la giornata.
Viene spontaneo pensare alle montagne,
alle gite trascorse sulle pendici dei monti; non
che io abbia un passato davvero montanaro, da
quello piccozza e corda in spalla e sotto gli
scarponi tante cime famose e svettanti, anzi
sono stato un montanaro modesto, di quelli che
la montagna se la son goduti, anche se alcune
soddisfazioni me le sono tolte. Ma è un di-
scorso che ci porterebbe lontano e tradirebbe lo
spirito che mi spingeva a calcare in su e in giù
quei sentieri, spirito di immergersi nella natura,
che guida e modula le nostre emozioni. Quindi
un tranquillo amante della montagna, delle pas-
seggiate in mezzo ai verdi boschi, i colori dei
fiorellini montani, il profumo intenso del timo
selvatico, con il sottofondo più o meno conti-
nuo di un argenteo ruscello. Tutto ameno, quasi
incantato, ma solo che in montagna bisogna far
fatica, innanzi tutto è necessario camminare,
anche per sentieri a volte ripidi ed impervi, fa-
cendo fatica e grondando sudore dalla fronte e
non solo, soprattutto se c’è un capiente zaino
sulle spalle ed il percorso si snoda sotto un sole
implacabile.
Il risvolto della medaglia è come se a
fronte di tanta fatica e di tanto sforzo il più del-
le volte c’è
una meta am-
bita, quasi ir-
raggiungibile
che aspetta di
ripagarti
di
tutto. Salendo,
prima di scendere bisogna salire in montagna,
capita spesso di incoraggiarsi bonariamente a
vicenda, quando non si trovano vere scritte
confortanti sulle rocce; così la cima che si av-
vicina allontana la fatica, ma una volta arrivati
alla meta o ti ripaga di tutto il “colpo d’occhio”
del panorama che sta di fronte o lo sguardo si
perde nell’infinito e da lì ricomincia una nuova
avventura. Ecco non che la prima ipotesi sia da
scartare, anzi è molto realistica, la seconda mi
è capitata più spesso, quasi a dire che vale la
pena perdersi nel mare dell’infinito e sognare
“ad occhi aperti” per ritrovare se stessi.
Spesso la vita è così, bisogna salire, fa-
cendo a volte fatica e quando la meta, che ci
siamo prefissati, sembra raggiunta, scopriamo
quel grande mare dell’infinito, che siamo un
po’ pronti a solcare con mezzi ed entusiasmo
rinnovati. Così si ricomincia, quindi ci sono
diverse chiamate o vocazioni, che ci interroga-
no: tutte le volte bisogna ricominciare, non ri-
nunciando però a se stessi, di cui siamo in con-
tinua ricerca.
D
OC SANDRO
LE VOCAZIONI
LA BORSA DEL DOTTORE
Dopo diversi anni di collaborazione “la
borsa del dottore” interromperà per
questo anno la sua collaborazione. Ab-
biamo apprezzato i suoi articoli carichi
di storie, di persone, di emozioni.
Un arrivederci a presto!
10 ANNI DELLA PGS
Sono aperte le iscrizioni alla PGS, Società che opra in oratorio
e in quartiere da 10 anni. Lo scorso anno erano 80 gli iscritti sud-
divisi in 5 squadre.
Il prossimo 30 settembre ci sarà un momento di festa e di a-
nimazione, mentre verrà inaugurato e benedetto il nuovo gagliar-
detto. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Gigi 347 3802991