Pagina 5 - Il Tassello

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I sogni son desideri
vilegiato dell’Altissimo. È
attraverso la sua docilità e
la sua prontezza che Dio di-
rige la vicenda del bambino
che è nato per noi e di sua
madre, esistenze minacciate
dalla violenza dei potenti e
dall’incomprensione delle
persone perbene. Giusep-
pe è un uomo
responsabile
,
uno che risponde pronta-
mente alla parola di Dio e
si fa carico delle fragili vite
di una giovane donna e del
suo bambino: “Giuseppe…prese con sé la sua
sposa”, “egli si alzò, prese il bambino e sua
madre…”, Giuseppe è uno che “prende con
sé”, anzi
prende su di sé
, si assume la respon-
sabilità.
La comunicazione tra Giuseppe e il Signore
avviene in modo misterioso, attraverso il so-
gno: in realtà, potremmo dire, con le parole
della “Buona novella” di Fabrizio De Andrè,
che “forse era sogno ma sonno non era”. Anzi,
questi sogni raccontati da Matteo sono sogni
che svegliano, che tengono ben desti, che fan-
no alzare in piedi, che spingono ad agire, a la-
sciare un segno nella realtà.
Giuseppe è un uomo che non parla, ma agi-
sce; è efficace, prende decisioni, è un uomo che
fa
, ma non perché sia semplicemente un uomo
pratico, che non “perde tempo” a riflettere,
piuttosto perché è uno che ascolta, e che obbe-
disce. Giuseppe è un uomo
che prega: mi piace pensare
che i suoi sogni non siano in
realtà altro che la sua pre-
ghiera.
Il suo antenato omonimo,
il patriarca Giuseppe, figlio
di Giacobbe, fu deriso per
invidia dai suoi fratelli, che
non riuscivano ad accettare
la preferenza che il padre
gli accordava: lo chiama-
vano “il sognatore” (Gen
37,19). In realtà, fu proprio
la vicenda pasquale di Giuseppe, dal carcere al
governo del regno d’Egitto, a tessere la trama
della riconciliazione con i suoi fratelli e tra i
fratelli e il padre. Ora Giuseppe di Nazareth,
l’uomo che ha familiarità con i sogni, vince
l’invidia del tiranno Erode, supera la diffiden-
za dei suoi concittadini, che non comprendono
la sua scelta di stare vicino a Maria, sopporta
l’indifferenza e la grettezza degli albergatori di
Betlemme che gli chiudono la porta in faccia.
Tutto questo per custodire la vita di un bam-
bino che è la riconciliazione del mondo e fa la
pace dell’umanità con il Padre che è nei cieli.
I suoi sogni sono la concretezza di chi ha
capito che solo la docilità ai disegni di Dio, che
diventa responsabilità per il mondo, è in grado
di cambiare la storia e il cuore degli uomini.
Don Giuseppe
Desiderio di Paradiso
U
n’aquila vola nel cielo ma, a causa di
un’ala spezzata, cade giù in picchiata in
vortici confusi e veloci…A quest’aquila
è paragonata l’anima abbandonata da pensieri
innocenti e sinceri…Inizia così il testo di una
canzone dei Gen Rosso del 1995, che ha come
ritornello una frase di Sant’Agostino:
“Tu hai fatto il nostro cuore per te
e il nostro cuore non ha pace se non riposa in te.
Tu, Dio, ci hai fatti per la luce e verità
ed è soltanto là tutta la nostra vita”
Tanti desideri possono ritmare la nostra
vita: fin da piccoli si hanno sogni più o meno
grandi e realizzabili. Anche a Capodanno si
brinda al nuovo anno dicendo: “Speriamo sia
migliore dell’anno precedente!”. Eppure sap-
piamo bene che ci regalerà gioie e dolori.
Ma l’uomo, o meglio il cuore umano, desi-
dera riposare, essere in pace, godere di sereni-
tà, immergersi in relazioni di affetto profonde
e vere…così l’ha pensato Dio, perché Egli è
così.
Ogni uomo desidera il Paradiso e all’inizio