Pagina 10 - Il Tassello

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Buongiorno Vita
U
n pomeriggio al par-
co: il primo sole di
marzo invita mam-
me coi passeggini al laghet-
to delle anatre. Sulla pan-
china, una giovane donna
stringe al cuore il suo pic-
colino, sussurrandogli sem-
plici tenere dolci parole…
chissà quali verità gli sta
dicendo, perché il bambi-
no quasi non respira, resta
fermo fermo in braccio alla
sua mamma, un tutt’uno
con lei!
Ogni madre ha speri-
mentato
momenti di pa-
radiso
, quando per il suo
bambino lei era un fanta-
stico universo di sorprese
sempre nuove e affascinanti. Lui, il piccolino,
non voleva che lei, quasi desiderasse ancora e
sempre essere generato, avere da lei sola vita,
cibo, amore, consolazione. Quante volte l’ho
provato anch’io, specialmente quando di notte
ti allattavo: i rumori tacevano e restavamo tu
ed io e nessun altro, quasi ancora una sola car-
ne. Anche allora,
non smettevo di metterti al
mondo, di darti vita, calore, nutrimento
magari sfiorando con le dita un tuo piedino,
un piedino così piccolo che pure le calzine 00
(doppio zero!) erano ancora troppo lunghe!
Ed ora, mentre in anticamera inciampo in
una di quelle specie di “scialuppe di salvatag-
gio” che sono le tue scarpe da ginnastica N.
45, penso che
ancora non ho finito di gene-
rarti
, anche se ormai sei un uomo. Certo, ora
ti “genero” in un modo diverso. Potrei dire:
“Maternità ovvero l’arte di dare tutto e poi to-
gliersi discretamente dai piedi”!
Non è facile per me continuare a generarti
ora, quando pensi di essere autosufficiente: mi
accorgo che il favore più grande che posso far-
ti è quello di aprire le mani e lasciarti andare,
talvolta assistendo quasi
impotente a scelte che fa-
tico a condividere. È così:
oggi ti “genero” donan-
doti la tua libertà tutta
intera
, tanto sai come la
penso, conosci bene quali
sono i miei valori e speran-
ze, anche se a volte sembra
che siano l’opposto dei tuoi.
Sembra…
Aspetterò, non importa.
Chi ama non smette mai
di generare… e anch’io
continuo a farlo, nel mio
cuore
; tu non lo sai -e se lo
sapessi saresti imbarazzato
e piuttosto irritato, ti co-
nosco!- ma il mio sguardo,
traboccante di un amore si-
lenzioso, ti segue di nascosto mentre ti allonta-
ni, e ti avvolge col suo caldo abbraccio, quasi a
proteggerti e cullarti, come facevo un tempo.
Va’, va’ pure e non preoccuparti per me,
tesoro… io ho chi mi capisce:
è Lei, Maria,
la Madre, alla quale con fiducia ti affido
ogni giorno
. È da Lei che imparo a generarti
in questo modo nuovo e silenzioso, discreto e
fecondo: Lei mi insegna a darti vita con amore
gratuito e nascosto, umile e affettuoso.
È un modo un po’ speciale di amare, quello
di Maria, donna semplice e feconda: il massi-
mo dell’Amore unito al massimo del distacco,
della libertà donata e mai più richiesta.
Non posso proprio smettere di “gene-
rarti” perché chi ama lo fa sempre
. Voglio
essere terra dolce di riposo, accogliente om-
breggiata radura dove riparare, quando e se
lo vorrai.
Una grande pace mi allaga il cuore e ogni
dubbio si scioglie in dolcezza…
Così voglio amarti, ora, con le braccia spa-
lancate!
Maria Luisa
Generare, sempre