Pagina 11 - Il Tassello

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Buongiorno Vita
U
n dono
speciale
L
a maggior parte delle donne ha qualche
difetto caratteriale (non che gli uomi-
ni non ne abbiano, anzi) che talvolta le
rende poco trattabili.
Si lamentano se non viene data loro l’at-
tenzione che ritengono di meritare, rompono
le scatole se c’è disordine, rompono le scatole
se il marito lavora troppo o i figli fanno tardi,
litigano col prossimo se non ha parcheggiato
l’automobile come dicono loro (dall’alto di
non si sa quali capacità di guida) o coi vicini
di casa se secondo loro fanno troppo rumore e
via discorrendo; che abbiano torto o ragione
ogni motivo è valido per discutere.
Ovviamente hanno anche molti pregi: oltre
ad essere fisicamente attraenti (magari non
proprio tutte tutte), sanno avere una dolcezza
e una sensibilità che noi pelosi scimmioni non
ci sogniamo nemmeno, e se stiamo male in ge-
nere sono loro a curarci.
Ma la cosa più importante è un dono specia-
le e meraviglioso che ogni donna porta dentro
di sé, cioè la capacità di dare la vita ad un
altro essere umano, che ameranno per tutta la
loro esistenza. Portare una vita dentro di sé e
darla alla luce è qualcosa che rende le donne
delle creature speciali e meritevoli di infinito
rispetto.
Da grandi poteri derivano grandi responsa-
bilità.
Matteo
non sa come finirà, ma sa ciò
che deve fare e lo fa.
Stende un morbido sottile
telo di lino sul proprio corpo;
vi appoggia il piccolo e lo fa
aderire a sé, legandolo con
morbide fasce e formando una
naturale incubatrice. Il bam-
bino trova un riparo sicuro
nell’abbraccio continuo
di quel corpo, e sente
le dolci pulsazioni del
cuore di sua madre.
Dopo un periodo
passato cosi, pelle
contro pelle, cuore
contro cuore, il pic-
colo ce l’ha fatta, ha
ripreso forza, vita; i
due gemelli si sono
riuniti, sono cre-
sciuti, hanno cono-
sciuto la VITA, in-
sieme grazie al cuore
della loro madre.
Sembra una bel-
In tempo di guerra
I
n tempo di guerra, una
donna dà alla luce due
gemelli maschi. Uno bello
sano; l’altro malato, con pro-
blemi gravi, pochissime le pos-
sibilità di sopravvivenza, dico-
no i medici; il loro consiglio è
di accettare l’inevitabile morte
del piccolo, e dedicarsi esclusi-
vamente al bambino sano.
C’è la guerra, con tutti i
suoi disagi, il cibo scarseggia,
tutto appare contro; ma quel-
la mamma sa cosa deve fare.
Non chiede nulla, agisce mos-
sa da dentro. Prende il picco-
lo sano con il suo corredo e lo
affida ad una balia che lo nu-
tra, lo cresca, perché lei inve-
ce farà la mamma del piccolo
che soffre, che combatte: lei
vuole combattere con lui, per
lui, con tutte le sue energie,
con la totalità del suo cuore,
per quel piccolo che sembra
condannato. Questa mamma
la favola, e invece si tratta
di una realtà, raccontatami
trent’anni fa da una signora
di Milano. È semplice scopri-
re in questo racconto di vita
vissuta due maternità: quella
fisica, umana, fatta di dolore
e di gioia, e quella più interna
che, circonciso il cuore con un
grande dolore, spinge a com-
piere un atto di totalità di
amore verso il debole,
colui che era dichia-
rato perso. La ragio-
ne umana consiglia,
il cuore che pulsa
sorpassa la ragione,
per mostrarle cos’è la
vita, l’amore. Maternità
è vita, ma l’amore TO-
TALE nell’esistenza è
miracolo della vita stes-
sa, e ciò che abbatterà la
morte.
Teresa