Pagina 18 - Il Tassello

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Buongiorno Vita
Maternità e diritto alla vita
V
a precisato innanzitutto che il primo
e fondamentale diritto è il diritto alla
vita, e cioè quello di iniziare il viaggio
terreno e di giungere alla tappa finale, ossia la
morte naturale.
Nessunopuòinterrompereilviaggiodell’uomo
prima che abbia raggiunto la suameta; nessuno,
cioè, può uccidere un altro uomo. Il diritto
alla vita è il presupposto necessario di tutte le
altre libertà; infatti non possiamo parlare di
libertà personale, di pensiero, di religione, ecc.
se non ci riferiamo a un uomo vivo. La legge,
dunque, sanziona severamente l’omicidio in
tutte le sue sfumature; punisce, inoltre, altre
forme di attentato alla vita, sia quando essa è
da poco sorta (infanticidio), sia quando sta per
sorgere (aborto). Perciò si può affermare che in
un Paese veramente civile, la legge garantisce
perfino il diritto di venire al mondo. Tale diritto
può essere precluso - in pratica - dall’aborto
che è la violenta interruzione della gravidanza
- cioè del processo fisiologico di maturazione
del feto - che va dal concepimento al parto. Va
ricordato che, quando il nascituro è soppresso
- una volta cominciato il parto - si parla di
feticidio.
Premesso che condivido perfettamente le
considerazioni espresse - a tal riguardo - da
Monsignor Rino Fisichella - (sotto il titolo:
Quando si banalizza la vita
”)
credo che le sue testuali parole
meritino di essere ricordate:
C’è una triste tendenza
che si sta imponendo poco
alla volta in alcuni frammenti
della cultura contemporanea:
la banalizzazione. Dalla
vita alla morte tutto sembra
sottoposto a un mero processo
semplificativo che tende a
rinchiudere ogni cosa in un
affare privato senza alcun
riferimento agli altri. In questo
modo, però, la coscienza si
assopisce e diventa progressivamente incapace
di giudizio serio e veritiero. (…) Il rispetto
dovuto verso l’embrione non può essere dameno
di quello riservato a ognuno che cammina per
la strada e chiede di essere accolto per ciò che
è: una persona.
La Chiesa non può mai assistere in
maniera passiva a quanto avviene nella
società. È chiamata a rendere sempre presente
quell’annuncio di vita che le permette di essere
nel corso dei secoli segno tangibile del rispetto
per la dignità della persona. Il cammino che
si deve percorrere diventa in alcuni momenti
più faticoso perché è difficile far comprendere
che la via da seguire per mantenere il primato
dell’etica non è quella di fornire con molta
tranquillità una pillola, ma piuttosto quella di
formare le coscienze.
Questo compito è arduo perché comporta
non solo l’impegno in prima persona, ma la
capacità di farsi ascoltare e di essere credibile.
La nostra opposizione a ogni tecnica abortiva
è per affermare ogni giorno il “sì” alla vita con
quanto essa comporta. Ciò significa ribadire
il nostro richiamo all’urgenza educativa
perché i giovani comprendano l’importanza
di fare propri dei valori che permangono come
patrimonio di cultura e di identità personale.
Non potremo mai abituarci alla bellezza che la
vita comporta dal primo istante
in cui fa sentire di essere presente
nel grembo di una madre fino
al momento estremo in cui
dovrà lasciare questo mondo.
Per questo motivo dinnanzi
alla superficialità che spesso
incombe permane immutato
l’impegno per la formazione, così
da cogliere giorno dopo giorno
l’impegnoper vivere lasessualità,
l’affettività e l’amore con gioia e
non con preoccupazione, ansia e
angoscia
.”
Wildo