Pagina 12 - Il Tassello

Versione HTML di base

12
Nuove strade
Io ed i miei occhi scuri siamo diventati
grandi insieme con l’anima smaniosa a chiede-
re di un posto che non c’è
tra mille mattini freschi di biciclette mille più
tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me
io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho
perduto
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi
andar via
e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore
larghe e vuote di un’estate di città
accanto alla mia ombra nuda di malinconia
io e le mie tante sere chiuse come chiudere un
ombrello
col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i
miei guai
ho camminato quelle vie che curvano seguendo
il vento
e dentro a un senso di inutilità...
e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai
vedrai
strada facendo vedrai che non sei più da solo
strada facendo troverai un gancio in mezzo al
cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore, vedrai
io troppo piccolo tra tutta questa gente che c’è
al mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è
partito mai
e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna per
strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e violento mi son detto tu vedrai ve-
drai vedrai
strada facendo vedrai che non sei più da solo
strada facendo troverai anche tu un gancio in
mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore vedrai
e una canzone neanche questa potrà mai cam-
biar la vita
ma che cos’è che ci fa andare avanti e dire che
non è finita
cos’è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore
che ci fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore, perché domani tu
strada facendo vedrai
Strada facendo
Mi ritorna in mente
Q
uesta volta ho scomodato un “ classicone”.
1981: Claudio Baglioni lancia questo bel-
lissimo LP dal titolo omonimo che, vera-
mente, ha fatto storia. Non aggiungo altro
sulla canzone, la conoscete tutti, ma l’occasione è
ghiotta per parlare delle strade.
Vorrei fare un piccolo dizionario, certamente non
esaustivo, sui vari tipi di strada.
Strada principale. È quella che percorriamo tut-
ti, ogni giorno, per ogni tipo di attività: spesso è
grande, larga, con tanti negozi, molta vita, traffica-
ta anche troppo. Lungo il percorso ci possono essere
alberi, qualche parcheggio, magari una panchina
sul marciapiede. Mi viene in mente (con le dovute
proporzioni) la meravigliosa Prospettiva Nevskij di
San Pietroburgo in Russia che ho avuto la fortu-
na di percorrere già due volte. Cinque chilometri di
strada diritta come un po’ la nostra vita negli anni
migliori: pochi ostacoli, tanto verde e tanta voglia di
camminare.
Strada maestra. È il percorso giusto, quello indi-
cato oggi dai migliori “navigatori” che un po’ tutti
abbiamo in macchina. Ci fa arrivare al traguardo
nel minor tempo e spesso nella massima sicurezza.
Parafrasando si può accostarla a una vita ordinata,
tranquilla, a posto con la propria coscienza, aiutan-
do il prossimo ma essendo protagonisti delle proprie
giornate.
Scorciatoia. È la strada che milioni di automo-
bilisti vorrebbero percorrere al mattino per arrivare
prima alla meta. A volte è tortuosa, oppure perico-
losa e richiede maggiore attenzione come in mon-
tagna quando si lascia il sentiero principale e ci si
arrampica sulle rocce oppure sul ripido dei prati.
Si arriva prima al rifugio ma si mette a rischio la
propria incolumità. Un po’ come nella vita: si pren-
dono decisioni affrettate, senza pensarci due volte e
talvolta ci si trova a pentirsi.
Strada senza uscita. Capita in città, ma anche in
campagna, di entrate in vicoli con magari all’inizio
esposto un cartello con una T rossa: sono percor-
si che alla fine terminano e si deve tornare indietro
obbligatoriamente. Pensiamo alle nostre situazioni:
quante volte ci mettiamo in un vicolo cieco e non
siamo capaci di uscirne? La nostra testardaggine, il
nostro egoismo ci porta sovente a fare scelte errate
che spesso hanno dei conti salati che dobbiamo pa-
gare sulla nostra pelle.
Cattiva strada. Nelle nostre città esistono le stra-
de accidentate, con tanti buchi, a volte troviamo dei
tratti sterrati che fanno male alla “salute” delle no-
stre automobili ma… il significato è un altro.
Nel 1975 De André cantava “ ma c’è amore un
po’ per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla cat-
tiva strada”. Parole che esigono una certa medita-
zione: chi di noi non ha mai percorso una “cattiva”
strada? Nel senso: durante la nostra vita si commet-
tono degli errori, a volte sapendo di sbagliare, e poi
non si riesce più a venirne fuori . Ognuno di noi
pensi alla propria strada cattiva che qualche giorno
ha percorso (di tutti i tipi e generi.)
E poi serenamente si faccia un esame di coscien-
za: qualche sassolino dalle scarpe verrà senz’altro
fuori.
“Strada facendo vedrai che non sei più da
solo”…. Un messaggio positivo per il finale: sì, le
strade sono tante di differente tipo e difficoltà ma
se ci accorgiamo che non siamo mai comunque soli
la via da percorrere diventerà meno faticosa e la-
voreremo duramente “perché domani sia migliore
perché domani.. tu”.
Giovanni