Pagina 8 - Il Tassello

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Le relazioni
stata una gran
simpaticona,
ma da quando
è stata promo-
ssa è diventata
i n s oppo r t a -
bile!”
“E le tue col-
leghe, cosa di-
cono?” si era infor-
mata Cheddolce, la
sorella maggiore
di Cheddonna.
“Il solito coro
di lodi e compli-
menti per compi-
acerla, salvo poi giocare a freccette col suo
didietro, che per inciso è di dimensioni assai
ragguardevoli, non appena si volta” aveva ris-
posto la Fulvia.
“Eh, già. Noi donne possiamo essere spi-
etate, fra di noi” aveva aggiunto Lastregadiso-
pra, che stava sicuramente pensando a Larovi-
nafamiglie, quella che, anni addietro, le aveva
portato via suo marito, Quelverme.
“Le nostre madri, ma anche noi, abbiamo
parlato tanto di solidarietà femminile, di sorel-
lanza, e adesso..” aveva aggiunto la Fulvia,
sconsolata.
Cheddonna se ne stava in silenzio, rifletten-
do sulle parole dell’amica di sempre. Pensava
alla freddezza con la quale alcune amiche di
vecchia data avevano accolto la notizia che il
suo libro di ricette “La cucina di sussistenza di
Cheddonna” era stato pubblicato, o alla volta
in cui, rappresentante di classe a capo di un
drappello di madri inferocite con la professor-
essa di lettere, si era poi trovata completamente
sola ad affrontarla.
Anche se, fin da bambina, aveva trovato
assai più semplice stringere amicizia con i
maschi, erano tante le donne con le quali si
rapportava ogni giorno. Alcune le erano istin-
tivamente simpatiche, per altre provava stima
e ammirazione, e con la maggior parte di loro
condivideva quotidianamente spazi e idee,
proprio come in quel momento, con le mamme
del M.A.M.A. Eppure, guardandosi intorno, in
quella sala piena di donne dal volto sorriden-
te e familiare, sentiva che solo su una di loro
avrebbe potuto contare sempre, e non era certo
sua sorella Cheddolce.
Chiara
V
i ricordate wall-E? non è uno dei film di
animazione preferiti da me o dai miei
figli, anche se ha tutti gli ingredienti
classici: il lieto fine, l’amore che alla fine vince,
il cattivo che perde… già, il cattivo.
Il cattivo, se ve lo ricordate, è un compu-
ter, che regola la vita a bordo dell’immensa
astronave. Come computer non è realmente
buono o cattivo, ma solo spietatamente logico.
La sua logica gli impedisce di riconoscere una
possibilità di sopravvivenza all’umanità che
è a bordo della nave, uno stuolo di esseri flac-
cidi, grassi, incapaci di provvedere a se stessi
e dipendenti in tutto e per tutto da schiavi
robotici (che invece finiscono con lo sviluppa-
re psicosi squisitamente umane) e soprattutto
incapaci di relazionarsi gli uni con gli altri:
se vi ricordate, comunicano solo attraverso
smartphones e/o sistemi telematici: uno dei
momenti clou del film è quando due di loro,
per colpa (o grazie )del simpatico robottino
spazzino, si toccano la mano, mettendo in cri-
si tutto il sistema.
È un film che contiene una critica feroce al
modo di essere che si sta sviluppando in questi
ultimi anni nel nostro mondo, dove è possibi-
le sapere in tempo reale le notizie del telegior-
nale di un paese all’altro capo del mondo, ma
“…aspetta che ti chiamo…”
La cucina di Pippo