Pagina 5 - Il Tassello

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Perturbazioni
U
n mondo perturbato, una società perturbata. Perturbazioni atmosferiche,
politiche, commerciali, educative, familiari. Perturbazioni di ogni genere.
Anche la scuola è perturbata: “Tutti vittime.Tutti colpevoli. Dipende da chi
è a puntare il dito. Studenti, insegnanti e genitori sono diventati irriducibili nemici:
manipoli di bulli che si fronteggiano armati di parole pesanti e qualche volte dalle
parole passano ai fatti. Bollettini di guerra sono affidati alle cronache: maestre che
maltrattano i bambini di cui dovrebbero aver cura, adolescenti che umiliano i docenti
invece di prenderli ad esempio, genitori che schiaffeggiano chi osa criticare i figli.
Un fallimento conclamato. Anzi tanti fallimenti conclamati.” (Avvenire, 20 aprile)
Allora, che facciamo? Stiamo qui a piangere, recriminare, a lamentarci scoraggiati?
No! Occorre rimboccarci le maniche e preparare il futuro. “Mentre ancora siamo
sballottati dai marosi di questo mondo agitato, già dobbiamo buttare verso terra
l’ancora della speranza.” (Sant’Agostino)
“Mentre stiamo salendo con fatica sulla montagna tra infinite difficoltà, con il fiato
grosso, quando si intravede la cima, scoppia nel cuore la gioia di averla conquistata,
quella gioia che non può provare chi la raggiunge comodamente seduto in seggiovia.”
(Martini). Occorre essere realisti e imparare a sperare. È nella speranza che si
costruisce il futuro, come il contadino, che semina in primavera per raccogliere in
estate e autunno. Oggi abbiamo paura del futuro. “Chi si è bruciato con il latte
bollente, vede la mucca e piange” è un detto argentino ricordato da papa Francesco
per spiegare le paure del futuro. Stiamo soffocando la speranza e il desiderio di un
futuro migliore. Ma senza desideri diventiamo incapaci di vivere, diventiamo sterili
e ciechi di fronte alla novità che attende di germogliare.
Il cristiano non si ferma all’avvento,sa costruire con speranza.La forza della speranza
rende i cristiani capaci di amare anche quando l’amore sembra aver smarrito le sue
ragioni. Il compito dei cristiani in questo momento della storia è quello di aprire
spazi di speranza, capaci di restituire linfa a ciò che sembra perduto per sempre.
“Il vero cristiano è così: non lamentoso e arrabbiato, convinto, per la forza della
speranza, che nessun male è infinito, nessuna notte è senza aurora, nessun uomo è
definitivamente perduto, nessun odio è invincibile dall’amore.” (Papa Francesco)
Chi ha avuto la grazia di credere alla resurrezione di Gesù può ancora sperare
nell’insperato, perché l’ingiustizia non è l’ultima parola della vita. In tempi difficili,
come il nostro tempo, non vediamo nessun motivo per credere e sperare, eppure il
cristiano crede e spera, perchè sa che alla fine la speranza non delude. Dunque il
cristiano è un missionario della speranza. .
Perturbazione
Don Peppino