Pagina 12 - Il Tassello

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Il momento del Passaggio
L
a guerra che dal 1992 al 1995 ha sconvolto la Bosnia comporta ancora
adesso, a distanza di tanti anni, effetti e conseguenze che stanno
mettendo in ginocchio il Paese. Il conflitto è stato sanguinoso e violento:
né donne né bambini sono stati risparmiati alle torture e alle brutalità. Sono
ancora migliaia i profughi bosniaci in giro per il mondo: persone che non
hanno la possibilità di ritornare a casa nonostante accordi e garanzie. Chi è
rimasto vive per lo più in condizioni di povertà, nel vano tentativo di condurre
una vita normale. L’economia del Paese è più che mai critica e gli abitanti della
Bosnia non potrebbero sopravvivere senza gli aiuti dei loro parenti all’estero,
perché il lavoro è poco e mal retribuito, soprattutto nelle zone più arretrate. Per
tutti questi amici l’unica speranza viene dal “mattone” ma non quello usato
per costruire case bensì per costruire “speranza”. E questi mattoni siamo noi,
siete tutti voi. È la nostra amicizia che ci lega da anni e ci permette di aiutare
una decina di famiglie, la scuola “Alija Nametak”, l’associazione “Respekt”,
una casa di riposo. La nostra amica carissima Dzana, che ci ha accompagnato
durante il viaggio e che vivendo a Sarajevo da sempre è il nostro punto di
riferimento, è rimasta sorpresa che anche a dicembre (nonostante avessimo
già fatto un viaggio a giugno) siamo riusciti a portare aiuti pur sapendo che in
Italia dietro ogni angolo si trova una persona, una famiglia bisognosa.
Nelle lettere che periodicamente ci manda, ci tiene aggiornati sulla s tuazione
delle famiglie che purtroppo non migliora: al contrario di qualche anno fa che
ancora avevano la speranza in un futuro migliore, le persone sono sempre
più sfiduciate. Durante la nostra permanenza abbiamo capito che la “colonna
vertebrale” che li sostiene è fatta dall’amore e dall’amicizia di tutti coloro
che dietro le quinte si danno da fare per raccogliere aiuti. Anche in questo
viaggio abbiamo offerto pannoloni, materiale sanitario e maglieria intima
alla casa di riposo, presso la quale vive e viene aiutato economicamente da
5 anni il nostro amico Horo. Alla scuola “Alija Nametak” e alla nostra amica
preside lasciamo materiale didattico, divise di calcio e un aiuto economico per
le famiglie degli alunni più bisognosi, che sono tante. Abbiamo poi visitato
l’associazione “Respekt”, scuola di calcio per bambini dai 4 ai 15 anni con
disabilità psichiche e motorie e anche a loro siamo riusciti a lasciare un piccolo
contributo economico, materiale sanitario e sportivo. Qui abbiamo conosciuto
Eldar, un ragazzo di 15 anni con una grave malformazione alla gamba sinistra,
che il direttore della scuola definisce “un fenomeno calcistico” nonostante la
sua disabilità. Purtroppo l’inadeguata protesi gli impedisce di esprimersi al
meglio e di sviluppare tutto il suo talento. Così tornati in Italia abbiamo chiesto
aiuto ad un ingegnere che lavora in campo medico, il quale ha preso contatti
con l’associazione “Del Cuore”, che opera direttamente all’ospedale di Sarajevo
e che a breve si occuperà di fornire una protesi adeguata con la quale Eldar potrà
finalmente realizzare il suo sogno di giocare a calcio e di vivere una vita più serena.
Notizie dalla Parrocchia: Gli amici di Sarajevo
VIAGGIO A SARAJEVO