PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2001
Numero 8 - Giugno 2001

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Inguaribile ottimista

Una replica all?articolo "Dove stiamo andando" a firma Matteo edito sul numero di Maggio de "Il Tassello".

Non credo che la deterrenza dell?isolamento carcerario applicata ai casi di delinquenza giovanile (tolto il deviante dalle strade, risolto il problema) li risolver? anche e soprattutto quando si citi come esempio sistemi che hanno fatto del carcere (e della pena di morte) la soluzione preferenziale per tutti i mali, come quello degli Stati Uniti d?America. Infatti, ove si valuti statisticamente proprio il sistema punitivo americano, ?evidente il paradosso che a maggior repressione coincide maggiore percentuale di delitti commessi, ingenerando un circolo vizioso che ha condotto a quella che ? stata chiamata "corsa all?incarcerazione". Ed ?altres?lampante un?ipocrisia di fondo: le principali carceri americane (i C.D. Supermax in cui ?concentrata la maggior parte della popolazione carceraria, che ha raggiunto quota 2 milioni di individui) sono gestite da societ?private, quotate in Borsa, che negli ultimi 5 anni, quando la popolazione carceraria ?cresciuta esponenzialmente, altrettanto esponenzialmente hanno incrementato i loro profitti.

Ma com??la vita carceraria negli Stati Uniti, dove per l?applicazione della pena non conta la maggiore et? o meno, di chi delinque? Alcuni esempi:

* in Alabama esistono ancora i classici lavori forzati (si spaccano pietre);

* in Oklahoma i carcerati della prigione statale di Alester sono utilizzati come partecipanti (forzati) ai rodei (si paga il fio cavalcando tori);

* in California, il pi?importante carcere correzionale ha celle di mt.2 x mt.2, in cui i prigionieri stanno 23 ore e mezza al giorno: in totale silenzio, pareti bianche, luci sempre accese. E per l?ora d?aria sono trasferiti in altre celle di mt.2 x mt.2, per? ? senza tetto. (Fonte "Sette" n?9/2001). Sono solo esempi.

Come si esce (se se ne esce) da questi templi della rieducazione?
Come minimo, fuori come un balcone. Io credo che gli errori, per quanto gravi, non comportino la perdita della dignit?

Credo che la crescita della delinquenza minorile sia strettamente collegata all?abbandono che sempre pi?spesso i ragazzi vivono tra le "accoglienti" mura domestiche.
Credo quindi che per l?espiazione della pena si debba necessariamente passare per l?educazione del deviante (educazione e non rieducazione perch?alla base di ogni reato commesso scientemente c??sempre un fondo di ignoranza e superficialit?.
Credo infine che il quieto vivere non possa essere considerato l?obiettivo principale di una societ?che si definisce civile. Ciao

Stefano Tosi

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