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LIBERI SCRITTORI
MI RITORNI IN MENTE…
Battisti Mogol, oppure,
invertendo i “fattori”, Mogol-
Battisti, il prodotto non cam-
bia. Dal 1967 ad almeno il
1978 oltre un decennio di suc-
cessi ripetuti e meritati. La premiata ditta di
parole e musica ha sfornato in quel periodo
successi memorabili da Acqua azzurra, acqua
chiara ad Una avventura, da Emozioni a Mi ri-
torni in mente, da I giardini di marzo a La can-
zone del sole.
Proprio su questo ultimo brano vorrei di-
lungarmi un po’ di più perché, a mio parere, è
un altro cult musicale di quei formidabili anni
che sono stati, musicalmente, gli anni settanta.
Era l’autunno 1971 e Lucio Battisti, per inau-
gurare la nuova casa discografica, La numero
1, vinile nero-etichetta verde, scelse questa
canzone che tutti, anche i nostri figli adolescen-
ti, ricordano ancora benissimo. L’inizio è in-
confondibile: un giro di do, banale banale, che
si rincorre per tutta la durata del brano e … “le
bionde trecce,gli occhi azzurri e poi le tue cal-
zette rosse…” assolutamente indimenticabile.
Una canzone da cantare tutta d’un fiato per non
citare il ritornello con quel “O mare nero” che
chiunque canta ancora oggi. Il finale, che po-
chissimi riescono a cantare in modo decoroso
per la complessità delle tonalità è ancora supe-
riore per la qualità della poesia di Mogol che
scrive: “Cespugli ancora in fiore sono gli occhi
di una donna ancora pieni d’amore”.
Secondo me è veramente bella questa
canzone che ha segnato per tutti noi un percor-
so di gioventù, di amicizie, di fugaci cotte. Di-
ciamola tutta: chi di noi ultra quarantenni non
ha perso la testa in una gita scolastica per il ra-
gazzo o la ragazza accanto quando il registrato-
re suonava questo motivo? I ricordi si accaval-
lano, molti ragazzi si sono uniti nella vita, pro-
prio grazie a questa canzone, ma quello che
conta è che in quegli anni bastava poco per sen-
tirsi felici, per innamorarsi, per sognare qualco-
sa. Magari succede così anche oggi, ma since-
ramente, paragonare questa canzone ad una
qualsiasi del 2005 mi pare una provocazione
perdente, con tutto il rispetto per gli autori di
oggi. Lucio Battisti ci ha lasciato il 9 settembre
del 1998 e la sua perdita è stata musicalmente
incolmabile, ma le sue canzoni le continueremo
a cantare ancora per molti anni, ricordandoci
magari “della cantina buia dove noi respirava-
mo piano”.
G
IOVANNI
G.
LA CANZONE DEL SOLE
HO VISTO LA FALLACI USCIRE DA CASTELGANDOLFO
Considerazioni di un credente sui generis
Ad evitare equivoci, de-
vo fare innanzitutto alcune
premesse.
1.
Chi scrive crede sì in
un
Ente
Supremo
ma - pur
essendo battezzato e di reli-
gione cristiana - ha purtroppo
una fede piuttosto tiepida in
Cristo, ovvero nel Dio incar-
nato. Devo aggiungere che
credo in Dio non perché ho
saputo della sua esistenza dal-
la Chiesa Cattolica, ma per-
ché, grazie alla mia
ragione
,
ho la certezza dell’esistenza
di un Creatore dell’Universo e
della Vita. Potrei dire che,
personalmente, condivido l’ir-
requietudine religiosa di
Da-
rina Silone
secondo cui
“si
può essere credenti in Dio e,
nello stesso tempo, al di fuori
di ogni Chiesa”.
Nonostante
alcune critiche nei confronti
della Chiesa,
Darina
scrisse:
“Ciò non toglie nulla alla
grandezza di Cristo”.
2.
Nel marzo 2003 con-
clusi così il mio giudizio sulla
Fallaci: “
Qualunque tesi può
essere condivisa oppure no,
però la demonizzazione della
Fallaci sta per me a dimostra-
re l’atteggiamento
demagogi-
co
dei suoi avversari che cer-
cano di evitare il confronto
nascondendosi dietro l’eti-
chetta della
Pace”
.