Pagina 3 - Il Tassello

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LA BORSA DEL DOTTORE
Stesso luogo, stessa ora, sembra quasi
riecheggiare il ritornello di quella canzone:
“Stessa spiaggia stesso mare.. per quest’anno
non cambiare”; di sicuro c’è una cosa, che il
Signor A. è sempre lì perché a mala pena si
muove dal suo letto e non c’è pericolo che non
si faccia trovare.
Ogni mercoledì mattina, cercando di esse-
re puntuale, mi reco presso questo paziente,
diciamolo, in verità più per una visita di corte-
sia, che di vera necessità, nonostante sia un pa-
ziente piuttosto complicato e con numerosi pro-
blemi, il quale però cerca di disturbare il meno
possibile e gestire la situazione, quando fattibi-
le, con ammirevole dignità. Quando percorro la
strada che mi porta a casa sua mi viene in men-
te la storia della sua vita, per la verità non trop-
po lunga, ma già segnata dalla sofferenza e da
una prognosi fatalmente infausta; come di quel-
le vite che sembrano ricalcare un vecchio co-
pione o meglio un noto copione che mette in
scena un onesto lavoratore, dedito al suo lavo-
ro, alla sua famiglia, alla sua casa costruita,
mattone dopo mattone, con tanti sacrifici il
quale, arrivato alla agognata e meritata pensio-
ne, si ritrova con un tumore che non gli lascia
scampo.
E’ proprio paradossale ma sembra di tro-
varsi di fronte ad una commedia, meglio una
tragedia, il cui copione sembra scritto da un
beffardo autore, che dietro le quinte sogghigna
maliziosamente, ammonendo anche perfida-
mente: “Te l’avevo detto di non andare in pen-
sione”. Quasi che l’andare in pensione sia una
colpa col destino già segnato inesorabilmente;
la verità è che ciascuno di noi ha la sua storia,
costellata di molti eventi, a volte imprevedibili
e purtroppo a volte fatali. Difficile trovare una
spiegazione razionale a tutto questo: una vita
spesa onestamente tra casa e lavoro, nutrita
dall’affetto dei famigliari con i quali c’è un le-
game sincero e forte, per poi ritrovarsi una dia-
gnosi così pesante, che
non lascia nessun margi-
ne di speranza anzi al
contrario una malattia
dalla prognosi infausta.
È
un’ingiustizia,
una clamorosa ingiusti-
zia, come ne esistono
tante, di fronte alle quali viene spontaneo do-
mandarsi se esiste una vera giustizia e soprat-
tutto nei riguardi di chi. Domande che sorgono
naturali di fronte alla sorte sofferente ed ingiu-
sta di una “brava persona”, come si suole defi-
nire una persona corretta e giusta. Eppure tutto
questo alone di negatività, di vera e propria
“sfiga” non si avverte frequentando il Signor
A.; al contrario si è colpiti dalla sua serenità,
dal suo equilibrio psicologico, che non è frutto
di una cieca rassegnazione, ma di una lucida e
responsabile accettazione della sua malattia. È
toccante, per questo per me è una preziosa le-
zione di vita, la sua filosofia esistenziale che
considera la malattia non come un nemico a cui
dichiarare una guerra senza esclusione di colpi,
ma una compagna di viaggio di questa avventu-
ra della vita. Come tutte le compagne bisogna
imparare, strada facendo, a conoscersi recipro-
camente, perfino, arrivare a capire che ti sta
fregando, nella consapevolezza che questo fa
parte del grande viaggio della vita, che comun-
que sia va vissuta in maniera attiva e partecipe.
Proprio in questi giorni che precedono la
Pasqua, la testimonianza del Signor A., acqui-
sta ancora di più un significato profondo e pre-
gnante e trova risposta alle nostre inquietanti
domande sulla giustizia, nella scelta di Cristo
di seguire responsabilmente la volontà del Pa-
dre, trasformando la Croce da strumento di cru-
dele morte (come la malattia) in uno strumento
di Resurrezione.
D
OC
S
ANDRO
UN ATTO DI FEDE:
QUESTA È LA VITA
TRE APPUNTAMENTI IN CASA
Positiva, con diverse sottolineature, è stata l’esperienza degli 11 gruppi di ascolto del vangelo con
adulti e dei 4 con adolescenti e giovani. Essersi aperti alla stessa Parola di Dio e aperti all’ascolto
di persone che spesso non si conoscevano tra di loro, è risultato promettente. Per le Missioni di
ottobre … siamo così pronti a ricominciare!