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LA BORSA DEL DOTTORE
IN LUGLIO E AGOSTO È SOSPESA
LA MESSA DOMENICALE DELLE ORE 18.30
Oggi c’è nell’aria una strana atmosfera,
un insolito silenzio, come se tutto si fosse fer-
mato ad aspettare qualcosa o qualcuno. Sono le
4 del pomeriggio di un afoso e pigro giovedì di
inizio estate, l’aria pesante, carica di umidità,
tipica di queste parti, che non invoglia di certo
ad essere scattanti, anzi favorisce l’ozio e la
“fannullaggine”. Seguendo questo andazzo,
verrebbe voglia di rimanere a casa al fresco, in
tenuta sportiva, con una fresca bibita tra le ma-
ni da sorseggiare e gli immancabili popcorn da
sgranocchiare nervosamente, magari davanti
alla televisione a godersi lo spettacolo di una
partita di calcio.
Perbacco tutto di un tratto, mi si accende
la fatidica lampadina, ecco spiegata quella stra-
na atmosfera misteriosamente silenziosa, cosi
contrastante con la solita frenesia che anima la
nostra società, ecco spiegato perché nella sala
d’attesa dell’ambulatorio ci sono solo pazienti
di sesso femminile, sarà perché le donne sono
più numerose dei maschi, sarà perché le donne
sono più longeve degli uomini, sarà perché le
donne si preoccupano della propria salute più
dei maschietti, sarà invece solo perché l’inte-
resse per il calcio e per le partite in genere non
è al vertice del gradimento delle donne!
Dimostrazione ne è la loro presenza e-
sclusiva in ambulatorio, con una punta di sod-
disfazione perché non hanno concorrenza da
parte dei pazienti maschi, permettendo loro di
non perdere tempo prezioso, impegnate come
sono in mille faccende.
Comincio, non senza alcun rimpianto,
perché proprio a quell’ora trasmettono in TV la
partita tra
Italia e Repubblica Ceca
valevole
per i mondiali, ma il dovere chiama, anzi il po-
polo femminile chiama, con tutti i suoi proble-
mi che spaziano dall’artrosi, all’ipertensio-
ne,alla gastrite e cosi di questo passo; insomma
uno spettacolo di tutta altra natura, meno diver-
tente, a comunque sempre coinvolgente.
La giornata scorre via
tutto sommato tranquilla e
sembra
con-
cludersi altret-
tanto tranquil-
lamente, quando
compare come un fan-
tasma oppure, per dir-
la con una espressione che
calza a fagiolo “beato fra
le donne”, il signor P. che di
professione faceva il porta-
lettere in un paesino di monta-
gna, di cui conserva inevocabilmente l’infles-
sione dialettale, il quale è venuto a vivere con
la sorella, anche lei non sposata, dopo la meri-
tata pensione.
Proprio la meritata pensione, perché il
nostro Sig. P, anche se lui non la dà da intende-
re, a detta della sorella, è stato un postino un
po’ “sui generis”, di quelli che non si limitava
a recapitare la posta, ma si prodigava, qualora
ne rilevasse la necessità, a dare una mano agli
anziani ad accendere la stufa, nei periodi fred-
di, a mettere a cuocere la sana minestra, a con-
fortare con semplici e buone parole i vecchietti
giù di corda per vari motivi. Il tutto gratuita-
mente, extra al suo lavoro, silenziosamente e
umilmente, senza richiamare l’attenzione della
gente, ma svolgendo un’azione che negli anni
si è resa molto preziosa.
Voglio trarre una morale da questa sto-
ria: qualunque lavoro o professione si svolga,
l’importante non è la professione in quanto ta-
le, più o meno qualificata od importante, ma il
modo in cui ciascuna persona la vive, cioè con
tutto sé stesso!
DOC SANDRO
IL POSTINO BUSSA
SEMPRE …… VOLTE