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ESPERIENZE
LIBERI SCRITTORI
Alla base d’ogni
genere musicale,
moderno e non, ci
sono le sette note.
Dall’arte di combi-
nare insieme i loro
suoni a seconda di
determinate regole, nasce l’armonia. Poi, in
quanto a definire un pezzo “bella musica”, di-
pende anche dai gusti!
C’è chi va talmente matto per la musica
che non sa più dove mettere i cd! Invece alcuni
hanno solo predilezione per la classica, altri per
il rock, il jazz …e chi ama la leggera e quei
gradevoli motivetti orecchiabili che fanno da
coreografia per tutta l’estate, comprese quelle
canzoni, che sono passate alla storia, dando e-
mozioni a varie generazioni. Quindi: ad ognuno
la sua!!
Ma, senza andare lontano nei luoghi e nel
tempo, anche qualche canto eseguito dalla no-
stra corale parrocchiale è riuscito a suscitare in
me emozioni. Sarà perché conosco le voci o
perché ne faccio parte o perché è un modo per
comunicare la fede e creare unità e in quel mo-
mento avevo la predisposizione giusta, non so!
Qualche volta l’emozione mi prende men-
tre cantiamo, ma mi è capitato per un impegno
diverso di non essere tra i cantori e di essere
seduta in un altro posto e d’avere una “visuale
diversa” del coro. Avrei voluto essere nei due
posti contemporaneamente, ma grazie a questa
“nuova prospettiva”, ho potuto ascoltare e ap-
prezzare canti particolari, cogliendo quelle sen-
sazioni che mi hanno commosso. Cosa che for-
se non sarebbe successa se fossi stata al mio
solito posto.
Così, ho avuto modo di riflettere su cosa
vuol dire “guardare da fuori” le cose che fac-
ciamo di solito e che ci piacciono. Questo, ora,
mi porta a pensare a qualcosa che fa tremare
dentro! Penso a chi, a causa di una brutta noti-
zia, non è solo sfiorato ma “è colpito al centro”
del suo essere. Dalla mattina alla sera, zac! Ec-
coti lì disarmato e senza fiato! A causa di forze
maggiori, si ritrova a “guardare la vita” da
“un’altra prospettiva”. Non ci sono più parole!
“ . . . . . . “. C’è vuoto e sbigottimento.
Signore, credo che per chi è costretto a
queste “esperienze”, Tu abbia riservato qualco-
sa di speciale! Hai degli altri progetti non c’è
dubbio, non può essere diversamente!! Anche
se, scusa l’ardire, a volte sembri ingiusto!
Quindi spero che a queste anime donerai le e-
nergie per “sopportare” tutto, insieme alla forza
e la serenità di dire … sia fatta la tua volontà!
A
NTONELLA
ARMONIE E PROSPETTIVE
Il Don ci ha catapultati in una comunità
nota alla nostra parrocchia soprattutto per il
nome: la comunità di Taizè, di cui abbiamo ac-
colto tanti giovani a Dicembre dell’anno appe-
na passato. La cosa che conoscevamo della co-
munità erano i canti, solo una briciola di quello
che ci saremmo portati a casa da questa espe-
rienza.
I giorni a Taizè sono scanditi dal ritmo di
preghiera dei Fréres (fratelli), tre volte al gior-
no. Sulla collina, dominata da un tendone, si
ferma tutto: il lavoro, le discussioni…le cam-
pane chiamano in chiesa per pregare. Il nostro
primo contatto con la comunità è partito da qui
e non è stato certo facile.
La preghiera è un alternarsi di canto, bre-
vi letture del vangelo e silenzio. Il silenzio im-
provviso crea paura, disa-
gio. E’ rischioso: perché
smettiamo di nasconderci a
noi stessi, è un silenzio
“pieno”. Ci sono mille discorsi in
quel silenzio che non senti ma percepisci nell’-
aria, negli occhi delle altre persone, nella luce
della chiesa. Un riposo gratuito, una tregua,
una forma di lode.
Dopo il primo disorientamento tutto sem-
bra famigliare. Ciò che ti sta intorno ti avvolge
come un abbraccio (per qualcuno che aveva
guidato per sei ore, ha fatto da “coperta”per un
attimo di riposo!). Sei nell’anima di Taizè.
La comunità ti accoglie con il silenzio…
sei parte integrante del silenzio. E’ tuo. Così
puoi trovare il modo di riempirlo e allora com-
TRE GIORNI A TAIZE’