Pagina 5 - Il Tassello

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TRA MOGLIE E MARITO
Sì, cari amici, proprio così: ovvero... ov-
vero! Questa volta niente nomi propri, ma sem-
plicemente «lui e lei». La rubrica «Tra moglie
e marito...», infatti,
si congeda
dal Tassello.
Dopo avere raccontato quaranta storie di vita
familiare, mi sembra giunto il momento di u-
scire di scena. Mancavano le trame? È venuta
meno l'ispirazione?
Se devo essere sincero le cose sono anda-
te esattamente in modo contrario. Dopo le pri-
me quattro o forse cinque storie della rubrica,
comparse sul Tassello nell'ormai lontano di-
cembre 2000, in effetti un pensiero mi era ve-
nuto: ma come si fa ogni volta a trovare una
vicenda diversa? Eppure, con il passare del
tempo, mi sono accorto che era talmente ricco,
vario, complesso – e, ahimè, qualche volta per-
fino complicato – il vissuto familiare, che le
trame non sarebbero mai venute meno.
Fin qui i titoli si ripetevano nello schema:
due nomi, una coppia; altri nomi forse – di fi-
gli, genitori, suoceri... – e poi «ovvero...», cioè
una storia diversa, unica, originale, tutto som-
mato irripetibile. A qualcuno sarà capitato, for-
se, di ritrovarsi in qualche trama, di riconosce-
re qualche aspetto di somiglianza con la pro-
pria vicenda personale; però le cose non saran-
no mai state esattamente come nella storia.
Ovvero... ovvero...,
dunque: quante storie dietro
a pochi nomi? Ecco la ragio-
ne, dunque, di quest'ultimo
sottotitolo, suggeritomi dallo
stesso don Norberto.
I nomi... quelli sì tendono a
ripetersi. Per quanto sia talora
presente, ad esempio al momento
di dare un nome al proprio figlio,
il desiderio di essere un pizzico
originale, i nomi, alla fin fine, non
possono mai essere inventati del tutto. Le per-
sone e le vicende, sì.
I nomi utilizzati per le storie del Tassello
sono stati in tutto centoventi. Ne avevo a dispo-
sizione ancora una trentina, senza dover ricor-
rere ai nomi stranieri, perfino a quelli esotici...
Di trame, invece – sono certo –, ne avrei
trovate molte di più.
Tutto ciò dovrebbe averci persuaso di una
cosa: che la vita matrimoniale è bella e diffici-
le. Bella, perché è sempre un'«opera prima»,
qualcosa di inedito e di mai visto in preceden-
za. Ma sarebbe ingenuo limitarsi a contemplare
la bellezza che proviene dall'originalità, senza
considerare che la complessità della vita matri-
moniale avanza delle richieste e, non di rado,
LUI E LEI
OVVERO:
OVVERO...
prendi tutto il resto, addirittu-
ra riesci a trovare un briciolo
di positività nel sopportare le
compagne di stanza tedesche,
che all’alba spalancano la
porta e lasciano entrare la lu-
ce diretta negli occhi ancora
stanchi!
Ecco allora che il silen-
zio diventa parte integrante
dell’ambiente, quasi indispen-
sabile. E’ modo per ascoltare
e ascoltarsi, permette a cia-
scuno di “prendersi il tempo”.
Arrivando per il fine
settimana abbiamo rivissuto il
triduo pasquale, il momento
di preghiera con la croce e
nella preghiera del sabato, la
luce è diventata la protagoni-
sta: piano piano la chiesa si
allargava, veniva aperta per
fare spazio a tutti e poi si ac-
cendevano le piccole candele
che ognuno aveva in mano.
Non si trattava di coreografia,
le luci si accendevano in tanti
modi diversi, lentamente, un
po’ come il messaggio di Tai-
zè in ognuno di noi si è acce-
so piano piano, mano a mano
che si vivevano i momenti
comunitari di condivisione, di
comunione… senza aspettarsi
nulla di particolare, ma solo
prendendo quello che questi
sanno dare, moltissimo.
Da ricordare, con un
pizzico di malinconia, sono le
interminabili file a colazione,
pranzo e cena, dotati di vas-
soio, pagnotta e minestra di
farro. Siamo partiti senza sa-
pere come sarebbe stata que-
sta esperienza, d’altra parte
come ogni esperienza che si
rispetti, spinti dall’entusiasmo
di aver accolto i giovani arri-
vati a Milano e ospitati nelle
nostre case. E’ stato tutto in-
solito ed inaspettato: è una
“scossa”per….riprendere
qualcosa che avevi dimentica-
to, ”andare avanti da un inizio
ad un nuovo inizio..”come
diceva Frère Roger nella sua
lettera.
A
NNA
,
BARBARA E GLI ALTRI