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Un sacco bello
Così scriverebbe un adolescente in un
sms a un amico per descrivere qualcosa di
eccezionale che ha vissuto. Come a volte si
sentono i ragazzi dire “èvvero”, per indica-
re che davvero quello che stanno dicendo
è la verità. A volte l’enfasi nel linguaggio
dei giovani di oggi è data dal raddoppiare le
lettere, vocali o consonanti che siano, all’in-
terno di una parola.
Ma gli stessi adolescenti che scrivono così
in un sms si ritrovano a studiare filosofi che
parlano molto spesso di bellezza. Pensiamo
a Platone: egli si chiede “ perché una cosa
è bella?”. Egli continua dicendo che un na-
turalista risponderebbe a questa domanda,
rifacendosi a elementi quali il colore, la fi-
gura, la forma di un oggetto. Platone invece
afferma che per rispondere a questa doman-
da occorre ammettere l’esistenza dell’idea di
bello. Egli infatti astrae il concetto di bello
dall’oggetto che considera e crea così l’idea,
la forma pura del bello in sé, che poi è appli-
cabile all’oggetto reale.
L’idea diventa il punto di riferimento con
il quale confrontare l’oggetto che si ha di
fronte. La modernità nella quale ci si trova a
vivere ha fatto scivolare l’attenzione dall’og-
getto all’io. Non è più l’idea del bello a esse-
Un saccobbello!
re protagonista nella mentalità della gente:
oggi vale di più il detto “non è bello ciò che
è bello, ma è bello ciò che piace”.
Questo fenomeno è tipico di una socie-
tà che esalta l’io, diventando quest’ultimo
criterio di giudizio per ogni persona e ogni
cosa.
In questi giorni è terminata la scuola per
molti ragazzi. Questo è motivo di gioia, per-
ché significa più tempo libero, meno libri,
più amicizie, meno professori…che bello!
Tutti direte! Ma alcuni ragazzi per festeg-
giare questo evento hanno acquistato spray,
uova e farina e all’uscita della scuola si sono
tutti imbrattati!
Se andassimo a intervistare questi ragazzi,
direbbero che è stato bello! Ma vi assicuro
che lo spettacolo non era dei migliori! Ep-
pure questa è giudicata dagli stessi un’espe-
rienza bella!
A questo punto anche a me viene spon-
taneo dire: per me è un “saccobbello” per
esempio incontrare un amico che non ve-
devo da tempo e ritrovarmi a parlare con lui
riprendendo il discorso da dove ci eravamo
lasciati; iniziare la giornata, pur con la fati-
ca della levata quotidiana, potendo sostare
davanti a Gesù Eucaristia, colui al quale ho
donato la mia vita; consolare una persona
che si trova a vivere una situazione diffici-
le…
C’è un divario enorme tra i modi di vivere
esperienze giudicate belle da alcuni adole-
scenti e da noi adulti. Allora mi chiedo: è
l’età che mi porta a considerare belle, espe-
rienze che si differenziano notevolmente da
quelle di alcuni adolescenti, o forse si è per-
sa una categoria importante che va accosta-
ta a quella del bello? Il bello non può essere
dissociato dal vero. Altrimenti l’associazione
che si crea non è sempre vera: bellezza è ciò
che piace. Non vi sembra?
Buona estate a tutti
S
UOR
C
RISTINA