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Un sacco bello
Stando affacciato
al davanzale della
cucina di Pippo ho
avuto questa rive-
lazione: al mondo
ci sono un sacco di
cose belle.
Bella forza, dire-
te voi, è una cosa
ovvia!
Certo, è una cosa
risaputa, ma non ovvia per-
ché spesso per disattenzione
o per abitudine o perché le
cose belle sono di solito meno
“prepotenti” di quelle brutte
(cosa può un limpido cielo
stellato contro una gigante-
sca insegna al neon di una
mirabolante marca di mutan-
de?) ce ne dimentichiamo. La
capacità di osservare ed am-
mirare ciò che di bello ci cir-
conda richiede allenamento
ed attenzione, e la capacità di
stupirsi propria dei bambini.
Un bel tramonto, per essere
goduto, deve essere assapo-
rato come un calice di vino
d’annata, pronti a riscoprire
ogni singola sfumatura, in-
somma qualcosa che origina
direttamente dal cuore e che
ci impegna totalmente.
E se questo è vero per le
cose che per cui non abbia-
mo merito, lo è ancora di più
per quanto c’è di bello nelle
nostre vite che dipende inve-
ce da noi, come ad esempio
l’amicizia.
Penso sia un’esperienza
comune; quando invitiamo
qualcuno per la
prima volta a casa
nostra, di solito lo
accogliamo nel lo-
cale più “formale”
(ovverossia più in
ordine, meglio ar-
redato, più “bello”
insomma) di cui
disponiamo, ma-
gari tirando fuori
il servizio migliore, quello con
una percentuale d’uso dello
0,000000005 % e così via. Il
risultato è per solito qualco-
sa di elegante ma piuttosto
freddino ed impersonale. Se
la stessa persona avrà la ven-
tura, o sventura, di divenire
un buon amico, ci accorge-
remo che il posto principe
per scambiare due parole o
condividere un boccone, di-
venta quasi automaticamente
il locale meno ordinato ma
più “vero” della nostra casa,
quello con la bacheca coperta
di bigliettini e memorandum,
i mobili su cui è appeso con
lo scotch l’ultimo capolavoro
del Picasso di casa e così via:
sto parlando ovviamente della
cucina, ovvero il posto dove
pulsa l’autentico cuore della
casa.
E visto che per uno spun-
tino informale non è pratico
spignattare per ore, ingom-
brando ogni cm2 a disposizio-
ne, propongo oggi un piatto di
semplicissima e rapidissima
esecuzione e con un gusto un
po’ diverso.
Yuk! Yuk!!
Un saluto e buon appetito
da Pippo
Silvio
Ooooooooh!
Meraviglia!!!!
S
PAGHETTI CON LA BOTTARGA
(4
PERSONE
)
320 –350 gr di spaghetti
2 noci di burro (30-40 grammi)
origano fresco, le foglie di 5 o 6 rametti (o un cucchiaino di
foglie secche)
bottarga grattugiata di tonno o muggine
sale e pepe
Lessare la pasta in acqua salata. Verso fine cottura far sciogliere
il burro in una padella capace ed insaporirlo con l’origano ed
una buona macinata di pepe, diluendo con un cucchiaio d’acqua
di cottura della pasta. Scolare la pasta al dente e far saltare nel
condimento, aggiungendo se necessario ancora un poco d’acqua.
Cospargere con abbondante bottarga (almeno un cucchiaino a
testa), insaporire ancora un attimo e servire.
Accompagnamento: vermentino di gallura