Pagina 14 - Il Tassello

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Quelli che...beati voi
Il rubino nascosto
Q
uale colore as-
socereste spon-
taneamente all’amo-
re, alla vitalità alla
passione e alla forza?
Ovviamente a tutto
questo fa pensare il
rosso. Esso simbo-
leggia l’amore, ema-
na calore ed un forte senso di
vita. Il rosso è anche il colore
del Rubino, il Re delle gemme.
Una pietra che nasce dalla
terra che, grezza, non è molto
differente dalle altre pietre co-
muni, ma portata all’aria aper-
ta e lavorata sapientemente da
mani esperte acquisisce una
luce stupefacente. Sono gem-
me preziose dal colore splendi-
do, eccellente durezza ed una
“brillantezza unica”. Rubini e
altre pietre sono tesori per una
bellezza esteriore. Ma il rosso è
anche colore del cuore, e i teso-
ri per la bellezza interiore sono
altri. Quelli più evi-
denti sono facili da
riconoscere,
alla
portata di tutti. Ma
altri non sono ca-
piti, o meglio, sono
confusi dagli occhi
umani.
Un atteggiamen-
to, oggi, poco riconosciuto è
la mitezza. Spesso acquista un
senso dispregiativo perché si
confonde con la “debolezza”
e “l’indifferenza” o addirittura
alla sottomissione agli altri.
Mitezza, invece, è la capaci-
tà di accettare il prossimo sen-
za pretendere che sia perfetto!
Non è un comportamento passi-
vo: è un aspetto dell’umiltà che
si manifesta nei rapporti con le
persone e permette di ricono-
scere il “dono” che è nell’altro.
Per attualizzarla è indispen-
sabile il dialogo, ma il mite co-
nosce soprattutto il silenzio che
ascolta, sa coltivare lo spirito
della dolcezza, appiana gli osta-
coli, infonde sicurezza e pace.
Ha la capacità di perdono fa-
cile, di franchezza e trasparen-
za. Tutto ciò richiede “forza”
e molta pazienza e fiducia, per
continuare a sperare nonostan-
te le sconfitte del quotidiano.
Altro che miti quando in mil-
le modi esprimiamo la nostra
ira, i nostri nervosismi, le nostre
impazienze usando parole of-
fensive, sguardi e gesti talvolta
sprezzanti e silenziose non cu-
ranze!
Non sono cose poi così lon-
tane, cose che “fanno solo gli
altri”….di certo non siamo im-
muni noi!!
Ma esistono persone umi-
li che agiscono all’insaputa di
tanti, che non si lamentano mai
della situazione in cui si trova-
no. Hanno il coraggio di lasciar
cadere ciò che ferisce, passando
chi è morto d’invidia o di gelosia
chi legge la mano, chi vende amuleti
chi scrive poesie, chi tira le reti
chi mangia patate, chi beve un bicchiere
chi solo ogni tanto, chi tutte le sere
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh.
N
on ho avuto nessun tipo di dubbio: appena
appreso il tema sul quale avrei dovuto scrive-
re ho pensato subito a questa famosissima (e bel-
la) filastrocca di Rino Gaetano, cantautore roma-
no morto nel 1981 in un incidente stradale. È, se-
condo me, il manifesto musicale delle beatitudini,
d’ogni tipo, d’ogni ordine e grado, una visione a
trecentosessanta gradi della sofferenza, della dispe-
razione, della speranza: ovvero la vita quotidiana.
Leggendo attenta-
mente e con molta
calma il testo, dove
a volte si ritrovano
delle rime carine,
c’è veramente un
quadro completo
ed attuale (malgra-
do la canzone abbia
quasi trent’anni) di
tutte le classi socia-
li. In verità Gaetano
ha dato un’interpretazione più disperata ed ironi-
ca alle situazioni descritte ma a me piace pensare
questa canzone in modo positivo: in fondo, doma-
ni, magari, il cielo sarà sempre più blu.
Giovanni