Pagina 16 - Il Tassello

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Quelli che...beati voi
rispettive madri, la Kikk@ che, sollevando per un
attimo gli occhi dalla tastiera del telefonino, le ri-
volgeva un timido sorriso. Ma soprattutto, un po’
defilati, vide il dottor Dante e Berenice, che par-
lavano fitto fitto con Cheddonna. “Non potevamo
mancare”stavano dicendo“Ci sono proprio tutti.
Chissà cosa avrebbero pensato, non vedendoci”.
“Ci sono proprio tutti” mormorò tra sé Non-
naNenna, e finalmente la malinconia dei giorni
passati si sciolse in un sorriso e in una preghiera
di ringraziamento.
Chiara
Beati tutti noi!
E
ccoci giunti ad un altro numero del Tassello.
Questa volta, dopo i 7 Peccati Capitali, per
“rinfrescarci” con aria pura, abbiamo voluto de-
scrivere una delle più belle pagine del Vangelo:
Le Beatitudini.
Due gli Evangelisti che hanno citato il Discorso
della Montagna, durante il quale Gesù annuncia
le Beatitudini: Matteo e Luca.
È stato triste accorgermi, mentre cercavo un
dipinto che rappresentasse degnamente questo
momento, di come pochissimi artisti si siano in-
teressati a questo momento importantissimo della
vita di Gesù.
Il più famoso è senza dubbio il dipinto di Beato
Angelico che vi propongo.
Tutti gli uomini hanno nel cuore un grande de-
siderio: essere felici. È un desiderio buono, che
Dio stesso ha messo nel cuore degli uomini.
Soltanto Gesù può risolvere il problema e può
soddisfare l’infinito desiderio di felicità che gli
uomini hanno dentro il cuore. Proprio questo
Gesù cercò un giorno di far capire a quelli che lo
seguivano.
Quel giorno Gesù salì
su un monte mentre una
folla numerosa lo seguiva
per ascoltare le sue parole:
c’erano i discepoli, c’erano
molti poveri e tanta gente
dal cuore semplice. Quan-
do tutti furono seduti,
Gesù li ammaestrava, an-
nunziando loro le “beatitu-
dini”, la felicità vera. Gesù
annunziava questo dono
per tutti: per i forti e per i deboli, per i sani e per
gli ammalati.
I discepoli sono disposti in cerchio, segno di
comunione e intimità. È, inoltre, segno di eter-
nità, dove l’inizio e la fine, si ritrovano nella figura
del Maestro. Gesù ha in mano il rotolo, egli è in-
fatti la Parola che adesso si è fatta viva e visibile
e che rimanda oltre, nel dito puntato al cielo. È
come se indicasse il centro del cerchio, il punto
fermo che ne muove la rotazione. Gesù insegna,
e insegnando sembra disegnare intorno ai suoi
discepoli un movimento circolare. Egli infatti si
rivolge al primo alla sua destra e poi come at-
traverso il tempo questo muovere si propaga di
persona in persona lungo il cerchio dei suoi dis-
cepoli. Deve passare anche, in fondo, attraverso
quell’aureola nera, attraverso il buio, la fatica. Ma
se passa questo scoglio ecco una striscia di luce,
le mani allora si congiungono in preghiera, come
fa quel discepolo che ci guarda, vicino al maestro,
invitandoci a sedere sulla roccia di quel monte.
Ma queste beatitudini sono precedute da
un’altra beatitudine: “Bea-
ta tu che hai creduto”.
Maria è beata in quanto
madre di Cristo, ma lo
è soprattutto per la sua
fede, perché ha creduto
che in lei si sarebbe com-
piuta la parola dell’angelo
dell’annunciazione.
Beato colui che ascolta
la parola del Discorso della
Montagna e crede in essa.
Antonella M.