Pagina 4 - Il Tassello

Versione HTML di base

4
I sogni son desideri
sperimentato tante volte che qualcuno o qual-
cosa ha portato via i miei mali.
E volete sapere cosa sogno io ad occhi aper-
ti? Come san Paolo sogno:
“È giunto il mo-
mento di sciogliere le vele…ho terminato la
mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi re-
sta solo la corona di giustizia che il Signore,
giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno”
(2Tim 4, 6-8). La corona, sì, ma credo che do-
vrò fare un bel po’ di purgatorio e allora cerco
di fare un po’ di penitenza qui in terra per non
aspettare di là. Aiutatemi anche voi.
Sogno una natura pulita: i fiori, i prati, i
boschi, le montagne, la bella natura che Dio
ci ha regalato e che tante volte noi abbiamo
inquinato.
Sogno una scuola che educhi ai valori uma-
ni e cristiani, dove genitori e insegnanti si sen-
tono responsabili del futuro dei nostri figli.
Sogno una comunità solidale con chi è nel
bisogno, dove la gente capisce che è vergogno-
so sciupare, quando sappiamo che tanta gente
soffre e muore di fame; una società riconcilia-
ta, in cui vivere in pace, dove i nostri bambini
possono crescere contenti nella gioia, per que-
sto cerco di dare il mio contributo seminando
serenità e fiducia.
Naturalmente sogno lo scudetto per il Mi-
lan, senza nessuna invidia per l’Inter o la Juve.
Presto ci arriveremo e con me molti brinde-
ranno.
Sogno delle belle camminate in montagna,
ma le mie ginocchia mi dicono che è finita la
cuccagna e mi devo adattare e accontentarmi
di andare in bici per le strade di Busto, speran-
do che il Sindaco appiani le buche delle strade
della periferia.
Che bello sognare ad occhi aperti! Provate
a salire in montagna, sdraiati sull’erba fresca
in mezzo ai fiori, guardate il cielo infinito e di-
temi se non sognate ad occhi aperti. Oppure
provate a guardare le stelle in una notte sere-
na, quando nessuna luce terrena vi disturba e
ditemi dove arriva la vostra fantasia.
Sognare! Quando siamo nella tristezza so-
gniamo cieli nuovi e retta nuova; quando sia-
mo nella gioia sogniamo, sperando in un mon-
do di pace e di serenità.
Non vi pare che il sogno è preludio di eter-
nità? Un giorno non sogneremo più, perché i
nostri sogni si saranno avverati in Dio, sole che
non tramonta.
Don Peppino
I sogni di Giuseppe
È
uno dei protagonisti dell’Avvento, ep-
pure se ne parla così poco, forse per-
ché lui per primo parla poco, anzi
non parla proprio per niente: in tutta
la Scrittura non vi è una sola parola
pronunciata da Giuseppe. Non par-
la, sogna. Non parla, ma è uno che
ascolta molto, anzitutto ascolta Dio
che gli parla nel sogno.
Nel sogno, l’angelo del Signore in-
vita Giuseppe a tenere con sé la ra-
gazza, la sua futura sposa, che vor-
rebbe allontanare perché è incinta
(Mt 1,20-24). In seguito, l’angelo
di Dio torna e ordina a Giuseppe di
prendere con sé la sua strana fami-
glia e di portarla in Egitto, per sfug-
gire alla furia di Erode (Mt 2,13-15)
e ancora nel sogno l’angelo riappare
per avvertire Giuseppe che il pericolo è cessa-
to e possono tornare nella terra d’Israele
(Mt 2,19-21). Il quarto sogno indirizza
Giuseppe, Maria e il bambino in Ga-
lilea: la famiglia si stabilisce a Na-
zareth, perché secondo le Scritture
il figlio di Maria “sarà chiamato Na-
zareno” (Mt 2,22-23). Qui Giuseppe
scompare, salvo una breve riapparizio-
ne nel vangelo di Luca, quando Gesù
a dodici anni rimane a Gerusalemme,
nel tempio, mentre Maria e Giuseppe,
“angosciati”, lo cercano per tre giorni
(Lc 2,41-52).
Così, l’uomo che parla così poco e
di cui si parla così poco diventa, in
questi frangenti fragili e dramma-
tici dei primi passi del Figlio di Dio
fatto uno di noi, l’interlocutore pri-