Pagina 3 - Il Tassello

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I sogni son desideri
in questo numero
1. B
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e
B
erenice
Don Attilio
2. S
ognare
Don Peppino
3. I
sogni
di
G
iuseppe
Don Giuseppe
4. D
esiderio
di
P
aradiso
Suor Cristina
5. I S
ogni
Noemi Bettin
6. A
spettando
il
N
atale
sotto
le
stelle
Serena Camerini
7. R
atatouille
Silvio Ceranto
8. Q
uell
equilibrio
così
movimentato
Luca Tessaro
CALENDARIO
9. P
iccolo
,
davvero
Maria Luisa Lualdi
10. S
ono
sotto
le
stelle
e
sto
aspettando
Andrea Inzaghi
11. I
l mondo
cambierà
Giovanni Grampa
12. I
l
fiocco
rosa
Antonella Bellotti
13. U
n
canto
di
N
atale
Chiara Pesenti
14. N
el
blu
dipinto
di
blu
Matteo Tognonato
15. C
he
belli
i
sogni
!
Antonella Martino
16. U
n
sogno
imprigionato
E.C.
Sognare
I
l nostro sonno è spesso po-
polato da sogni diversi.
Nell’antichità il sogno
era facilmente considerato un
mezzo di comunicazione divi-
na.
Il popolo d’Israele respin-
geva le divinazioni come qual-
cosa di pagano e superstizio-
so, ai sogni invece attribuiva
la stessa dignità delle profe-
zie. Pensiamo ai sogni di Gia-
cobbe, di Giuseppe l’ebreo, di
Daniele: sogni che indicano la
volontà di Dio, che conduce il
suo popolo nella storia della
salvezza.
La passività del sognatore
lascia libero campo all’azione
divina e il contenuto del sogno
è vera manifestazione divina.
Secondo la Bibbia, talvolta
Dio parla attraverso il sogno,
che si avvicina al dormiveglia,
e che nella Bibbia ha un valo-
re religioso, come nel caso dei
patriarchi e di san Giuseppe,
padre di Gesù.
Anch’io sogno, e molto, e
sono sempre sogni belli, e li
ricordo molto bene da sveglio
e faccio ridere le mie
sorelle mentre faccio
colazione.
Nei miei sogni c’è
quasi sempre l’ac-
qua, l’acqua che
scorre tranquilla in
un ruscello, che rie-
sco ad attraversare,
ruscello nel quale io
bevo in montagna e
mi ristora nella fatica.
Oppure a volte acque tu-
multuose come le onde del
mare in burrasca, acque che
mi fanno paura, ma mai mi
hanno travolto. Mi ci vorrebbe
un Giuseppe l’ebreo che me li
interpretasse. Dicono che l’ac-
qua porta via tutto, che lava,
purifica. È vero? Beh! Io ho
Gesù offrì se stesso agli umani come il
dono più bello di Dio e li convinse a stendere
a terra quei mantelli, che né violenza, né insi-
stenza molesta, né seduzione della coscienza
convinsero.
Il vero linguaggio che l’umano accoglie
è quello del dono e del sacrificio per amore
dell’altro: questo è Gesù, questo è l’agnello
che entra in Gerusalemme in groppa ad un
mite asinello.
Ho un sogno per la chiesa: ancora oggi deve
stare alla scuola del suo vero maestro per im-
parare che i fini non giustificano mai i mezzi
e che gli umani -credenti e non credenti - non
tollerano imposizioni, petulanza o costrizione
occulta della coscienza.
La sveglia inopportuna ha interrotto il mio
sogno, che però ora si trasforma in desiderio.
Buon Natale e buon anno a tutti.
Don Attilio