Pagina 18 - Il Tassello

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Io, Tu, Noi Famiglia
bino che ha subito il più grande dei torti che ad un essere umano possa capitare: l’abbandono
da parte dei propri genitori.
Credo che una ferita così profonda e lacerante non sia mai del tutto rimarginabile e che non
esistano parole di conforto, né spiegazioni valide. Farci carico di questo dolore, portarlo insieme,
è l’unico modo per noi nuovi genitori, di incontrare veramente nostra figlia e far sì che un tale
peso diventi più leggero.
C’è da dire anche che non siamo solo noi ad adottare, ma anche lei adotta i suoi nuovi geni-
tori, attraverso una fiducia conquistata giorno per giorno.
È una grande responsabilità, ma penso che questo è il compito che ci è stato affidato da Colui
che ha progetti mille volte più grandi dei nostri, che ci sembrano tanto belli, ma che a confronto
sono sempre progetti “sottosviluppati”, perché non c’è leggerezza nel cammino quando manca
“l’affidamento”.
Non vogliamo batterci per il risultato, ma per dare la possibilità a questo cucciolo d’uomo
di sentirsi degna di essere amata, di trovare la propria identità, di riconoscere la sua unicità, di
sentirsi figlia, nostra e di Dio.
Mi soffermo a pensare ai bambini e ai genitori adottivi che ho incontrato, penso al nostro
cammino: quanti dubbi, quante paure. Penso alle mie motivazioni, ne scruto e ne vaglio la lim-
pidezza. Un fremito di inevitabile paura mi prende davanti ad un evento di questa portata, che
mi fa sentire molto piccola, ma ciò che mi sostiene è ciò che intravedo nel sorriso e nella luce
degli occhi della nostra piccola, la certezza della presenza di Dio. Allora, in un profondo slancio
interiore, penso che… alla fine saremo giudicati sull’amore, ed è solo di questo che dovremmo
avere paura.
Rita
Famiglia: che passione!
L
a famiglia.
Che dire? L’argomento è a me assai
caro, anche se una famiglia “classica”
non ho; è talmente importante e interessante
che non so proprio da dove iniziare.
Pochi giorni fa una collega ha annunciato
con entusiasmo che il prossimo set-
tembre si sposerà.
Le reazioni dei colleghi sono state
molteplici, ma con una grande dose di
amarezza, ho costatato che buona par-
te non erano contenti per lei; dicevano:
“Ma sei sicura?”; “Si, si, ora sei en-
tusiasta, ma poi vedrai!!...”; “Dai sei
ancora in tempo, prima di settembre
farai in tempo a cambiare idea”.
“Che tristezza!” mi sono detta. Ma
perché così poca fiducia in una nuo-
va famiglia che si sta formando? Una
nuova casa, una nuova unione che do-
vrebbe trasmetterci calore, speranza.
La famiglia dovrebbe farci sentire al sicuro,
protetti, accolti e sostenuti durante i periodi
peggiori.
Man mano mi sono venuti in mente mol-
ti dei miei amici che, infatti, hanno fatto del
sacramento del matrimonio una vera e pro-