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Buon appetito?
Triste col suo bicchiere di barbera
senza l’amore a un tavolo di un bar,
il suo vicino è in abito da sera
triste col suo bicchiere di champagne.
Son passate già quasi tre ore
venga ! Che uniamo i tavoli signor,
voglio cantare e dimenticare
coi nostri vini il nostro triste amor.
Barbera e champagne, stasera beviam
per colpa del mio amor, pa ra pa pa
per colpa del tuo amor, pa ra pa pa.
Ai nostri dolor insieme brindiam
col tuo bicchiere di barbera
col mio bicchiere di champagne.
Com’eran tristi e soli quella sera
senza la donna a un tavolo di un bar,
Longo, Fanfani, Moro, e giù barbera,
Gianni Rivera, Mao, e giù champagne.
Guardi stia attento, lei mi sta offendendo !
Huela come ti scaldi, ma va là,
vieni balliamo insieme questo tango
balliamo insieme per dimenticar.
Barbera e champagne, stasera beviam
per colpa del mio amor, pa ra pa pa
per colpa del tuo amor, pa ra pa pa.
Ai nostri dolor insieme brindiam
col tuo bicchiere di barbera
col mio bicchiere di champagne.
Colpa di quel barista che è un cretino
ci hanno cacciato fuori anche dal bar,
guarda non lo sapevo è già mattino,
si è fatto tardi ormai bisogna andar.
Giusto però vorrei vederla ancora
io sono direttore all’Onestà,
molto piacere, vede, io per ora
sono disoccupato, ma chissà.
Barbera e champagne, stasera beviam
per colpa del mio amor, pa ra pa pa
per colpa del tuo amor, pa ra pa pa.
Ai nostri dolor insieme brindiam
col tuo bicchiere di barbera
col mio bicchiere di champagne.
Barbera e champagne
P
robabilmente questa volta esco un po’
dal seminato, a scuola si direbbe “fuori
tema”, ma fra il mangiare e il bere la
parentela è stretta, se non strettissima.
Vorrei che leggeste attentamente questa
bella canzone del compianto cantautore mi-
lanese Giorgio Gaber, composta alla fine degli
anni sessanta.
Durante la lettura ci si accorge che i rife-
rimenti sono quelli dell’epoca:
i politici, il calciatore, lo sta-
tista, i magazzini “all’Onestà”
(chiusi da tanti anni) ma i
temi trattati sono ancora oggi
di estrema attualità. Il ritro-
varsi la sera al bar, il “pove-
ro” che beve un vino “norma-
le”, il barbera, il “ricco” che
sorseggia champagne, l’uno
disoccupato, l’altro direttore
di un grande supermercato;
il riunire i tavoli per dimenti-
care entrambi le rispettive di-
savventure amorose, il volersi
comunque ritrovare ancora dopo la nottata
trascorsa a chiacchierare: tutti temi odierni, il
legame è più che mai vivo con la vita di tutti
i giorni. Magari oggi non ci si racconta più
(per di più con un estraneo) le proprie storie
d’amore ed è comunque difficile che un ma-
nager passi la serata a discorrere di calcio e di
politica con un disoccupato, ma questo “col-
lage” di belle situazioni mi ha colpito in modo
positivo.
Ma della socializzazione ho
già scritto diverse volte e ma-
gari ritornerò in argomento an-
cora.
Vorrei, nel proseguimento,
farvi innamorare della tavola,
dell’importanza fondamenta-
le della convivialità anche, o
magari solamente, davanti ad
un buon bicchiere di vino (ma
potrebbe essere birra, acqua ,
prosecco, spumante,…).
A tavola ci si può dire tutto,
vengono prese decisioni impor-