Pagina 1 - Il Tassello

Versione HTML di base

L
a crisi iniziata nel 2008 era finanziaria, poi diventò econo-
mica, ora assume carattere sociale e domani non sappiamo
cosa accadrà. Sono stati - e sono - anni molto difficili per
tutti, e anche la Chiesa ne porta il peso sotto diversi punti di vi-
sta, infatti questo lustro non solo segna le famiglie e la società ma
anche l’identità dei cristiani, il loro spirito, l’atteggiamento nei
confronti del Vangelo e della Chiesa stessa.
Qualche anno fa qualcuno preconizzava una riscoperta della
fede e un rilancio della aggregazione ecclesiale, proprio a motivo
della crisi che –dicevano- avrebbe aumentato il bisogno di certezze
e solidarietà tra le persone. Non mi pare che le cose siano andate
in questa maniera: evidentemente la fede non si basa sul senso di
paura. Anzi, sembra che il senso di insicurezza economico e socia-
le abbia invaso la dimensione spirituale, segnandone il passo. La
sfiducia generalizzata raffredda i cuori e porta molti a rinchiuder-
si in se stessi, a non accordar fiducia all’altro e a ritirare il proprio
impegno e la propria disponibilità alla collaborazione. L’atteggia-
mento tipico del cristiano in questo tempo di crisi è la disillusione
che si trasforma in critica sistematica e disfattismo nero. Ci si
sente stanchi e nel mirino della sfortuna. Per i cristiani è diven-
tato difficile tenere alto il senso di Dio e della Chiesa, colorare la
propria vita e la propria partecipazione ecclesiale con le tinte vive
dello Spirito Santo. Quello che viene imbrattato del nero della sfi-
ducia è precisamente il senso di appartenenza alla comunità, luo-
go del perdono e
della festa degli
amici di Gesù.
Emerge, inve-
ce, la tendenza
alla propria ed
esclusiva spirituali-
tà, spesso “fai da te”, legata alle
liturgie personali
i n
luoghi, tempi,
spazi del tut-
to apparte-
Anno XV - N. 5
19 Maggio 2013
Parrocchia Santa Maria Regina, Busto Arsizio
Pagina WEB: www.santamariaregina.it
info@santamariaregina.it - Tel. 0331 631690
il
T A
S
E L L
O
S
“Che bello, perchè non lo colori?”
esclamiamo davanti al disegno in
bianco e nero di un bambino. Per
quanto bellissimo, così, senza colori,
ci sembra incompiuto: un capolavo-
ro a metà.
Sarà perché il mondo è pieno di co-
lori, ma il bianco e nero ci appare
come qualcosa di astratto, lontano
dalla realtà.
L’armonia di un paesaggio, il suo es-
sere banale o straordinario, è molto
spesso una questione di colori, di
accostamenti più o meno riusciti, o
di contrasti, che possono creare ef-
fetti sorprendenti ed emozionanti, e
suscitare emozioni diversissime tra
loro: serenità, allegria, malinconia,
noia...
La mancanza di colore, il buio che
tutto livella, spegne anche le emo-
zioni, riducendone la gamma.
“Al buio tutti i gatti son bigi” recita
un vecchio adagio e il “bigio”, am-
mettiamolo, è un colore noioso.
La luce invece, passando attraverso
i corpi e facendoli vibrare di colore,
risveglia tutte quelle piccole e gran-
di differenze che rendono le cose
uniche e allo stesso tempo comple-
mentari tra loro, come tessere di un
grande mosaico variopinto.
La redazione
Editoriale
Colorare
Colorare la Chiesa