Pagina 2 - Il Tassello

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Colorare
nenti alla propria storia e all’individualismo della
esperienza personale. Ciò che la crisi di questi anni
mette in dubbio non è la fede personale (per quan-
to si possa e debba problematicizzarne qualche
aspetto) ma la comunità cristiana, le sue forme di
incontro, celebrazione e formazione. Questo è dav-
vero molto grave perché ne esce una Chiesa grigia,
senza i colori dell’arcobaleno dipinti dall’incontro
tra libertà di Dio e libertà degli uomini.
Ma fino a quando i cristiani non decideranno di
voler stare insieme per incontrare e amare il loro
Signore nelle forme tipiche della tradizione e in
quelle innovative della profezia, dalla crisi non si
uscirà mai. È tempo di scuoterci perché l’esplosio-
ne di luce della Pasqua non sia inutile. Bisogna ap-
pellarsi alle migliori energie spirituali che ciascu-
no di noi ha in forza della grazia di Dio, scrollarci
di dosso l’inerzia del male che blocca gli slanci di
dono, contrastare la tristezza del cuore e affidarsi
ancora al Signore che ci ama di un amore sempli-
cemente senza confini né di qualità né di quanti-
tà. Amare Dio senza amare la Chiesa è davvero un
grosso problema, e io credo che abbia i germi del
maligno.
Questi sono anni cruciali non solo per la società
civile ma anche per l’identità della Chiesa e del-
la fede dei credenti. Nella notte di questi anni te-
niamo accesa la fiaccola di Dio. “
Lampada per i
miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino
(salmo 118,115), e non permettiamo che ci venga
sequestrato uno dei doni più belli della esperienza
cristiana che è la comunità.
I
L
PARROCO
DON
A
TTILIO
M
i viene alla mente una vecchia canzone
(certamente Giovanni ce la commenterà)
che una volta era di moda
: “Di che colore
è la pelle di Dio?”
e diceva
: “E’ nera, rossa, gialla,
bruna, bianca perché lui ci vede uguali davanti a
sé”
. Bisognerebbe riscoprirla nel clima di integra-
zione che stiamo vivendo. Il nuovo ministro dell’in-
tegrazione nel governo Letta, Cecile Kyenge, che è
di origine congolese, potrebbe proporla agli italiani
per dire che il cristianesimo ha sempre pensato e
insegnato l’uguaglianza umana.
Ma voglio fermarmi a pensare, a proporre e a
gustare il colore della liturgia e la sua bellezza.
Attingo dalla Costituzione sulla Sacra
Liturgia del Concilio Vaticano II al-
cuni insegnamenti che ci fanno
gustare la bellezza della litur-
gia e il suo colore festoso.
Cristo ha inviato la sua
Chiesa nel mondo per-
ché annunci la salvezza
di tutti gli uomini e attui
“per mezzo del sacrificio
eucaristico e i sacramen-
ti l’opera di salvezza che
annuncia”.
Da allora la Chiesa mai
tralasciò di unirsi in assem-
blea per celebrare il mistero
pasquale mediante la lettura
di quanto riguarda Cristo e la ce-
lebrazione dell’Eucaristia nella quale vengono ri-
presentati la vittoria e il trionfo sulla morte. Per
realizzare quest’opera così grande Cristo è sempre
presente nella sua Chiesa, in modo speciale nelle
azioni liturgiche.
Cristo associa sempre a sé la sua Chiesa, sua
sposa amatissima, la quale prega il suo Signore e
per mezzo di lui rende culto all’eterno Padre
. “Per-
ciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di
Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è
azione sacra per eccellenza e nessuna altra azione
della Chiesa ne uguaglia l’efficacia”
(n. 7).
La liturgia è il culmine verso cui tende
l’azione della Chiesa e insieme la fon-
te da cui promana tutta la grazia.
Dalla liturgia dunque, e partico-
larmente dell’Eucarestia, de-
riva a noi, come da sorgente,
la grazia e ci ottiene, con la
massima efficacia, quella
santificazione dell’uomo e
la glorificazione di Dio in
Cristo verso cui convergo-
no, come a loro fine, tutta
l’attività della Chiesa.
Ma per ottenere questa
piena efficacia
“è necessa-
rio che i fedeli si accostino
alla sacra liturgia con la di-
sposizione d’animo retto, con-
formino la loro mente alle parole
Il colore della liturgia
Sguardo sulla storia e sul mondo