Pagina 13 - Il Tassello

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... l’agenda
DAL CENTRO DI ASCOLTO
“don MARCO BRIVIO”
I Centri di Ascolto, diffusi sui territori parrocchiali cittadini, sono antenne capaci di rilevare i bisogni, le
povertà nuove e attivare la solidarietà delle comunità per un “aiuto alle famiglie in difficoltà”.
Queste tematiche sono state trattate nell’incontro del 12 aprile 2013, presso la Parrocchia San Giusep-
pe. Promossa dalla Caritas cittadina, su indicazione dei Centri di Ascolto, la relazione ha fotografato un
panorama con caratteristiche diverse dalle povertà tradizionali. L’incremento delle famiglie monogenito-
riali, dei singles, l’aumento dell’età delle partorienti, la regressione della condizione femminile, l’aumento
dell’età media della popolazione, disegnano una quotidianità insicura, provocata da una crisi economica
e sociale, dall’orizzonte imprevedibile, che determina l’
impoverimento
.
Il sentirsi “povero oggi” assume connotazioni diverse. La povertà può essere
assoluta
, perché al di sotto
della sopravvivenza;
relativa
, se al di sotto rispetto alla media del reddito dell’ambiente sociale in cui si
vive;
soggettiva
se si considera come la persona vive la sua situazione. In questo caso non si parla più di
reddito, ma del benessere personale (istruzione, casa, salute, diritti).
Con l’impoverimento tornano più incisive vecchie schiavitù: il caporalato, il lavoro nero, quello sottopaga-
to, ai quali si aggiunge oggi il precariato, il lavoro a chiamata, quello intermittente, lo squalificante.
Ma la vera povertà è oggi la
perdita del lavoro
e la
disoccupazione
.
Come Giulio, uomo di 46 anni, sposato con Elena, 40 anni. Hanno due figli frequentanti uno la scuola
elementare, l’altro la media. Operaio, alla cassa integrazione (un anno e mezzo), ha fatto seguito il li-
cenziamento. Da allora cerca lavoro e non lo trova. La moglie accetta i lavori domestici in nero presso
le famiglie. Pochi soldi! Al di là delle inevitabili conseguenze, viene da chiedersi
come vive Giulio la sua
situazione
. Il licenziamento lo ha escluso dal reddito, dal ruolo lavorativo e quindi dal riconoscimento
sociale. Non ha più i benefici dell’assistenza, ogni giorno cerca lavoro nelle varie agenzie e non lo trova,
ma continua a cercare, si sente un incapace, prova vergogna e per lo scoraggiamento non lo cerca più. Si
esclude dal sociale. La
disoccupazione
si estende anche ai
giovani
in modo pesante. Essi cercano lavoro,
accetterebbero anche lavori squalificanti i loro studi, ma proprio non ce n’è: tutti i progetti di vita sono
rimandati a “quando avrò lavoro”.
Inasprita poi è la situazione degli
stranieri
: Omar, sradicato dal proprio contesto sociale, è disoccupato.
Anche i lavori più umili, che ha sempre accettato di buon grado ora sono introvabili. Manca dei beni pri-
mari, è escluso dai diritti. Vorrebbe segretamente ritornare al suo paese, ma lo giudica troppo umiliante…
Cosa farà?
La crisi ha coinvolto tutti
. Come aiutare? Accogliere, ascoltare le richieste delle necessità immediate
orientando verso istituzioni preposte a soddisfarle, leggere e comprendere soprattutto il sentimento di
sconfitta che si cela dietro il bisogno e, senza farli vergognare, né illudere, incoraggiarli a ritrovare in se
stessi la forza di venir fuori dalla propria situazione. Quindi ascolto personale, ma anche della loro fami-
glia e dei parenti. La comunità può fare molto accogliendo e coinvolgendo al suo interno con un ruolo at-
tivo. Il centro orienterà poi nella ricerca lavoro, alla formazione, ai servizi sociali. Darà voce ai loro bisogni
stimolando le istituzioni. A tal fine i Centri di Ascolto avranno il 3 maggio 2013 un incontro formativo
riguardante i rapporti dei Centri con le associazioni e le istituzioni.
Ve ne daremo informazione.
(I nomi riportat sono di pura fantasia)
Grazie, l’equipe del Centro di Ascolto
2° Anniversario del Centro di Ascolto
“Don Marco Brivio”
22 maggio 2011 – 22 maggio 2013
Il Centro di Ascolto è uno strumento pastorale con forte valenza pedagogica, finalizzato alla cura del
povero. È il luogo dove testimoniare il vissuto evangelico dell’ascolto e della condivisione, per vivere con
concretezza lo stile cristiano di attenzione e cura del prossimo. Accoglie, ascolta, orienta e si fa carico
delle persone con difficoltà morali o materiali. Individua i bisogni espressi e latenti presenti sul territorio.
Diffonde la cultura della solidarietà. Suscita il senso della centralità della dignità della persona umana
attraverso una modalità di ascolto diffusa e aperta al territorio.