Pagina 12 - Il Tassello

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Colorare
Colorare
Scrittori liberi
“A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
io dirò un giorno i vostri ascosi nascimenti: …” [da
Opere
, A. Rimbaud]
T
erminata la celebrazione eucaristica dome-
nicale, mi viene fatta una richiesta partico-
lare: scrivere per il Tassello!
Inizialmente ho pensato che si fossero sbagliati
dato che scrivere non è mai stata la mia passione
anzi, direi che mi risulta particolarmente gravo-
so, poi la successiva sensazione è stata quella di
mettersi in gioco e quindi di provare a dare un
piccolo, semplice contributo alla Nostra Rivista,
anche perché dal momento in cui mi hanno in-
formato sul tema da trattare ho pensato subito ai
miei bambini.
I miei figli adorano colorare con qualsiasi ma-
teriale che dà origine al colore e colorano un po’
dappertutto; iniziano di solito sull’album da dise-
gno ma per loro questo non è limitato, è continuo
alla tovaglia, al pavimento a volte al muro.
Ciò vuol dire che la mia casa è spesso variopin-
ta e spesso in essa riecheggiano dei “Fermati!”,
“Cosa hai combinato!?”, “Devi rispettare i bordi
e le linee del disegno!”, “Pulisci!”.
Così, quando decidono di colorare occorre pre-
pararsi ed organizzarsi con particolari protezioni
per evitare sorprese. Però dal loro punto di vista
colorare significa poter andare
oltre, essere liberi di disegnare
con il pennarello verde sulle
piastrelle del pavimento per-
ché così è più bello e più gra-
dito ai loro occhi.
Anche i colori che i bam-
bini scelgono di utilizzare per
le loro opere sono spesso lon-
tani dai modelli di noi adulti
abituati, forse, a trattenere la
fantasia ed a non osare degli
accostamenti cromatici inno-
vativi. E poi c’è la scuola: qui
si apprende a colorare con tecni-
che e strumenti diversi, in par-
ticolare nella scuola dell’infan-
zia frequentata dal mio picco-
lo c’è il laboratorio del colore
(quest’anno purtroppo sospeso) in
cui i bambini sono coinvolti a colorare
anche con parti corporee (mani-piedi) ma anche
ad esprimere le proprie emozioni in relazione al
colore utilizzato ed ad associarle ad esperienze
vissute.
È un’attività divertente, fantasiosa, didattica
e soprattutto intraprende un percorso di “alfa-
betizzazione” delle emozioni (interesse, piacere,
sorpresa, paura, tristezza, rabbia, vergogna) che
troppo spesso noi adulti cerchiamo di “controlla-
re”, invece di dare ad ognuna di essa la legittima
dignità per poterle poi gestire nelle varie situazio-
ni che la vita ci offre.
Tuttavia, quando i bambini tornano a casa tut-
ti colorati per le loro attività didattiche, questi
obiettivi così importanti passano in secondo pia-
no… e mi trovo a gestire macchie di ogni colore su
maglie, pantaloni e quant’altro!
Di tutt’altro genere è la cromoterapia che tutta
la mia famiglia ha potuto sperimentare a gennaio
presso un centro termale.
Qui i colori sono utilizzati per il benessere psi-
cofisico e in questo caso tutta la mia famiglia ne
ha giovato. Il potere rilassante che la luce colorata
trasmetteva insieme all’acqua termale purtroppo
era di breve durata, ma per i miei bimbi è stato
sufficiente sia per calmare tosse e raffreddori sia
per ammirare ancora una volta la magia che i co-
lori
riuscivano a trasmettere (per fortuna
senza macchie!).
Al termine di questo scritto sui miei
vissuti di mamma colorata
volevo soffermarmi sugli ele-
menti cromatici che la paro-
la è capace di valorizzare: la
poesia di Rimbaud ne è un
esempio.
Il poeta riesce a cogliere
rapporti ed analogie tra vo-
cali e colori e per poter leg-
gere questi versi occorre essere
di animo sensibile, è necessa-
rio togliere gli “irrigidimenti”
che incatenano la fantasia
per essere quindi liberi di
colorare ogni momento del-
la nostra vita, come sanno
ben fare i bambini.
A presto!
Giulia