Pagina 2 - Il Tassello

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Per Tradizione
preta e attualizza e comunica la realtà di Dio,
e guardando l’insegnamento, la cultura, la fede
e la preghiera, cioè osservando il suo patrimo-
nio spirituale, in esso deve brillare il volto stes-
so di Dio. In questo passaggio di generazione in
generazione un ruolo importante viene assun-
to ovviamente dalla Sacra Scrittura ma anche
dall’insegnamento dei Padri della Chiesa e dallo
stesso Magistero che interpreta nella verità la
storia e l’insegnamento di Gesù.
Nei giorni i cui festeggiamo il Natale del
Signore ci si domanda se davvero il dono del
Bimbo di Betlemme sia comunicato e “tradot-
to” in tradizioni corrispondenti alla volontà di
salvezza del Padre celata nella culla tra il bue e
l’asinello. Ognuno potrà rispondere come desi-
dera ma la Chiesa da parte sua non potrà e non
dovrà far altro che creare e conservare e tra-
smettere riti, consuetudini e azioni che riportino
i cuori al dono del cielo, lasciando cadere inve-
ce tutte quelle forme di tradizionalismi ormai
logori e sterili, oppure semplicemente prendere
le distanze da simboli e atteggiamenti che non
le appartengono e che inquinano l’acqua pura
della sorgente. Questa purezza iniziale è l’amo-
re del Padre che vedendo l’umanità corrotta e
triste non l’ha abbandonata ma si è chinato su
di essa donandole chi aveva di più caro, il suo
stesso Figlio.
Il Natale è lo slancio del Verbo di Dio nel-
la notte dell’uomo per starci vicino, per essere
l’Emmanuele, il Dio con noi. A Natale è neces-
sario considerare, prendere coscienza, pondera-
re e rimanere a bocca aperta perché l’inaudito si
fa evento, l’inammissibile prende forma, il cielo
tocca la terra, come mai più sarà possibile. Oggi
Dio entra nella storia e “
La Grazia non rimase
quindi più presso Dio, ma passò agli uomini
(Adrienne Von Speyr).
Auguro a tutti Buon Natale
Don Attilio
D
io si rivela con una comunicazione viva,
in una storia intessuta di avvenimenti e
di parole affidati ai suoi inviati. Il mes-
saggio che questi portano entra in una tradi-
zione comunitaria. Ogni civiltà è tradizione che
passa da una generazione all’altra, ogni reli-
gione è tradizione.
In Israele si trasmettono ricordi storici, con-
vinzioni, riti, canti, leggi, sentenze sapienziali.
È patrimonio sacro perché all’origine c’è la ri-
velazione di Dio, patrimonio che viene custodi-
to gelosamente. Le sa-
cre Scritture diventano
regole di fede e di vita,
accolte come ispirate
da Dio.
Gesù accetta la tra-
dizione d’Israele;
“Non
sono venuto ad abolire
la legge o i profeti, ma
per dare compimento”
(Mt 5, 17). Però consi-
dera umane, e quindi caduche, le interpretazio-
ni degli scribi, che erano i maestri del popolo.
Allo stesso tempo Gesù inizia una propria
tradizione con insegnamenti e riti; i discepoli
li ricevono e li trasmettono
: “Io ho ricevuto dal
Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”
(1Cor 11, 23). Inizia così la tradizione aposto-
lica che ben presto si deposita in testi scritti,
redatti da autori divinamente ispirati. Gli apo-
stoli lasciano in eredità alle successive gene-
razioni la loro testimonianza come un sacro
deposito da custodire
:
“O Timoteo, custodisci
il deposito, evita chiac-
chiere profane e le obie-
zioni delle così dette
scienze, professando la
quale taluni hanno de-
viato dalla fede”
(1Tim
6, 20).
La tradizione nella
Chiesa non può essere
La tradizione nella Chiesa
Sguardo sulla storia e sul mondo