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Per Tradizione
Il Bue e l’asino
Dalla parte della natura
N
atale: tempo di tradizioni che si tra-
mandano da secoli, tempo di presepi
nelle nostre case: chi non ha mai avu-
to un presepe anche solo rappresentato dalla
capanna con Maria, Giuseppe, Gesù bambino
e….. gli immancabili bue e asino? La tradi-
zione vuole che il bue e l’asino scaldassero con
il loro fiato il piccolo nato stando dietro alla
mangiatoia dove il piccolo era posto.
Il bue, un animale mansueto di una forza
possente; l’asino, instancabile e poco esigente.
Tuttavia, come ha sottolineato il Papa emeri-
to Benedetto XVI nel suo libro “
L’infanzia di
Gesù
”, nei Vangeli non vengono citati anima-
li, il bue e l’asino
quindi…. non ci
sarebbero stati!
Tuttavia la tra-
dizione, fin dai
primi secoli, ha
rappresentato la
nascita di Gesù in
una grotta e con
accanto proprio
questi due anima-
li! Perché? Bene-
detto XVI stesso
nel suo volume lo
spiega: la fede cri-
stiana ha collegato il racconto del vangelo di
Luca con un testo di Isaia che dice: «
il bue co-
nosce il suo proprietario e l’asino la mangia-
toia del suo padrone, mentre Israele non co-
nosce, il mio popolo non comprende
» (Is 1,3).
È un testo in cui il Signore si lamenta con il
suo popolo che ha allevato e fatto crescere, ma
che si è ribellato. Persino il bue e l’asino - dice
il Signore attraverso il profeta - sanno rico-
noscere a chi appartengono, mentre il popolo
non ci riesce per ribellione.
Quindi il bue e l’asino, pur non essendo
presenti nel racconto del Vangelo, ci stanno
proprio bene nel presepe. Essi indicano a tutti
l’atteggiamento giusto che dobbiamo tenere
di fronte al mistero della venuta del Signo-
re: chi è, quindi, quel bambino che Giuseppe
e Maria custodiscono con amore e tenerezza,
che i pastori ammirano e che i Magi adorano?
È il Signore, Colui a cui tutto appartiene, e il
bue e l’asino, che rappresentano la creazione
stessa, lo riconoscono come tale.
Questi animali sanno a chi appartengono,
come profetizza Isaia.
Così, guardando nel nostro cuore, con la
disponibilità che hanno avuto Maria e Giu-
seppe, la semplicità dei pastori, l’intelligenza
e la sapienza dei Magi, potremmo riconoscere
in quel Bambino,
il nostro Signore,
Colui al quale ap-
parteniamo, pro-
prio come aveva-
no già fatto il bue
e l’asino nella loro
semplicità.
È questa la
vera provocazione
del Natale: essere
come bambini per
comprendere un
Bambino, esse-
re come semplici
animali che sanno una cosa sola: chi è il loro
padrone e dove sta il loro cibo.
“…appaiono quindi i due animali come
rappresentazione dell’umanità, di per sé pri-
va di comprensione, che, davanti al Bambino,
davanti all’umile comparsa di Dio nella stal-
la, arriva alla conoscenza e, nella povertà di
tale nascita, riceve l’epifania che ora a tutti
insegna a vedere. L’iconografia cristiana già
ben presto ha colto questo motivo. Nessuna
raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e
all’asino
” (Benedetto XVI).
e
Luca