Pagina 13 - Il Tassello

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La Profezia
È uno di quei giorni che ti prende la malinconia
che fino a sera non ti lascia più
la mia fede è troppo scossa ormai ma prego e penso
fra di me
proviamo anche con dio non si sa mai
e non c’è niente di più triste in giornate come queste
che ricordare la felicità sapendo già che è inutile
ripetere:
chissà? Domani è un altro giorno si vedrà
è uno di quei giorni in cui rivedo tutta la mia vita
bilancio che non ho quadrato mai
posso dire d’ogni cosa che ho fatto a modo mio
ma con che risultati non saprei
e non mi sono servite a niente esperienze e delusioni
e se ho promesso non lo faccio più ho sempre detto
in ultimo :
ho perso ancora ma domani è un altro giorno, si
vedrà
è uno di quei giorni che tu non hai conosciuto mai
beato te si beato te
io di tutta un’esistenza spesa a dare,
dare, dare .... non ho salvato niente, neanche te
ma nonostante tutto io non rinuncio a credere
che tu potresti ritornare qui e come tanto tempo fa
ripeto:
chi lo sa ? Domani è un altro giorno si vedrà
e oggi non m’importa della stagione morta
per cui rimpianti adesso non ho più
e come tanto tempo fa ripeto :
chi lo sa ? Domani è’ un altro giorno si vedrà
domani è un altro giorno si vedrà
.
Domani è un altro giorno
Mi ritorna in mente
V
orrei essere per una volta
facile profeta: domani è un
altro giorno. Detto così può
essere di una banalità sconcertan-
te, il trionfo dell’ovvio, ma se ci penso
bene non è poi così facile.
Per inciso “ Domani è un altro gior-
no” è una bellissima canzone scritta
da Giorgio Calabrese per l’interpre-
tazione di Ornella Vanoni uscita
all’inizio degli anni settanta.
Il testo del brano è abbastanza “pessimista”
ma mi sembra ancora oggi di estrema attualità.
Non sto a fare l’“esegesi” della canzone anche
se la tentazione è forte perché ci sarebbero parec-
chie cose da scrivere ma la sostanza del discorso è
di posticipare tutto ad un indefinito domani.
Chissà quante volte diciamo, con un sentimen-
to di speranza, delusione o disincanto “domani è
un altro giorno” si vedrà.
Magari una brutta giornata dove è andato tut-
to storto, si rimane stanchi per una situazione che
non si riesce e definire, oppure ci si affida ad una
preghiera
(“proviamo anche con Dio non si sa
mai
”) per tentare di risolvere un problema.
La speranza è il tema conduttore di ogni no-
stra giornata , per chi ci crede, ma credo che tut-
ti, ma proprio tutti, abbiano alla fine qualcosa
in cui sperare. Non costa nulla, non ha prezzo,
non deve essere cercata e soprattutto non costa
fatica.
Sperare in un giorno migliore,
in una guarigione, sperare di ave-
re un lavoro, oppure più semplice-
mente sperare che non piova o che
a scuola vada tutto bene: sono le spe-
ranze della quotidianità che ognuno di noi
possiede.
La “profezia” del domani: doma-
ni sicuramente arriva, l’importante
è non farsi sorprendere e preparar-
si adeguatamente. Il domani richie-
de impegno, una certa programmazione ed una
buona dose di originalità: la “routine”, il rosario
di ogni giorno (un mio vecchio direttore mi di-
ceva che “ogni giorno ha la sua pena”) ci porta
spesso a rinchiuderci, stanchi, nelle nostre case.
Ed allora è necessario “aggredire” il domani: af-
frontare il nuovo giorno con la giusta carica, pen-
sare positivo perché, perbacco, non potrà andare
sempre tutto male, credere nei propri mezzi, ave-
re più fiducia in se stessi e poi “affidarsi” a Gesù
che …..lavora sempre.
Ma…. in senso positivo e propositivo non come
ultima spiaggia come prospettato nella canzone.
Non ci deve essere spazio per la demotivazione
ed il fallimento: già la sfortuna ci vede benissimo
vediamo di non agevolarla.
Se avremo noi, la capacità di fare tutto questo,
la “profezia” di un domani migliore si potrebbe
avverare.
Giovanni