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Anima e corpo
Anima e corpo “alleati”
L’angolo dell’arte
M
i viene subito in mente l’affermazione
“dedicarsi anima e corpo”
.
Nel lavoro, in casa, in uno sport o in
un hobby, e anche in amore.
Tutto ciò quando vuoi dare il meglio di te
per realizzare un proget-
to, un sogno da sempre nel
cuore.
Il termine, penso, voglia
far capire con quale in-
tensità un qualsiasi essere
umano, voglia arrivare a un
traguardo, tanto da impe-
gnare proprio tutto se stesso
al fine di arrivare a questo
traguardo; non solo il cor-
po, il cervello, ma “tutto”
se stesso, fino alla parte più
nascosta, quella che non si
vede: l’Anima.
Quanta gioia quando si
realizza finalmente il pro-
getto! Indescrivibile. Tutto
è più bello e la felicità è in-
descrivibile.
Noi tutti vorremmo essere felici, anche solo
per poco, provare almeno per un po’ questo
sentimento; è proprio per questo che ci dedi-
chiamo “anima e corpo” per conquistarla.
Non sempre, nonostante il nostro impegno,
si realizza il sogno o il nostro progetto, e quindi
si dice addio a tutto quello che ci aveva tenuti
“vivi” fino a quel momento, spossati per tanto
impegno non ricompensato.
Peccato.
Ma tutto deve ricominciare. Non si deve ce-
dere allo sconforto, si deve invece voltare pa-
gina e ricominciare facendo tesoro delle lezioni
prese, di nuovo con anima e corpo alleati, sem-
pre più forti, per affrontare un nuovo cammi-
no.
Anche l’arte, da un certo punto in poi,
im-
para a mostrare l’anima attraverso il corpo.
In particolare evolve verso risultati mai rag-
giunti prima, la capacità dei pittori di realiz-
zare con incredibile perizia realistica il ritrat-
to psicologico. Ritratti del
volto di persone talmente
corrispondenti al vero da
trasmettere tutta la pro-
fondità interiore della per-
sona ritratta.
Tutta l’arte cristiana del
rinascimento da Leonardo
a Caravaggio, da Raffaello
a Guido Reni farà a gara
alla migliore capacità nel
rendere il realismo della
figura. Il corpo crocifisso
di Cristo diventa il tema
principale di una esercita-
zione umanistica sul corpo
umano.
Analizziamo quindi il
Crocifisso di Santa Cro-
ce di Donatello che è una
scultura in legno policromo. Quest’opera, ven-
ne duramente criticata da Filippo Brunelleschi
che lo rimproverò di aver messo in croce un
“contadino”, per via dell’esasperato realismo.
Il Cristo di Donatello sottolinea la sofferenza
e la verità umana del soggetto.
Il corpo sofferente trasmette l’agonia, sot-
tolineata dai lineamenti contratti, la bocca di-
schiusa, gli occhi semiaperti, la composizione
sgraziata.
Anche noi, quindi, quando soffre l’anima, lo
trasmettiamo attraverso chiari segnali del cor-
po, e le lacrime ne sono il più significativo degli
esempi.
Antonella M.