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Anima e corpo
banco>>>
Ma è il modo di sedersi?!?! Giù i
piedi e seduto decentemente!.
Corpi addormentati sul banco
o addosso al muro>>>
Giovane
vuoi che ti si porti il caffè quan-
do ti alzi?....
Corpi “ornati” da tatuag-
gi>>>
Ha visto prof il mio nuovo
tatuaggio? Me l’hanno regalato per
il compleanno. È un codice a barre.
L’ha fatto uguale anche il mio ragazzo…
Corpi bucati da piercing o similari>>>
Ma
non è un po’ scomodo mettere l’anello al naso?
Quando hai il raffreddore come fai? Ma no prof.
a parte che si chiama Septum e non “Anello al
naso”, comunque era l’unico che potevo farmi.
Sa mia madre è contraria ai piercing così io
ho fatto questo che quando torno a casa posso
girarlo all’interno del naso così non si vede…
Corpi che mangiano in continuazione>>>
Davide metti via il panino l’intervallo è finito!
Guardi prof. sto MORENDO di fame posso fi-
nirlo?
Corpi puzzolenti di fumo o – peggio – di
“canna”>>>
Non è possibile che en-
tri a scuola alle otto e già puzzi di
fumo in questo modo! Eh ha ra-
gione prof. però sto smettendo di
fumare…non compro più le siga-
rette…vado solo a scrocco…così
ne fumo meno…
È molto facile giudicare (aimè
negativamente) i ragazzi partendo
solamente dal loro modo di presentarsi
o di gestire il corpo. È decisamente più difficile
capire cosa c’è dietro questi loro atteggiamenti
cercando di
comprendere
e
toccare
loro il cuore,
i sentimenti profondi. È un mondo particolare
quello degli adolescenti che noi adulti fatichia-
mo a comprendere o non comprendiamo affat-
to, ci viene facile giudicarli negativamente.
Per cercare di capirli meglio – o almeno met-
tersi in contatto con loro – non credo ci siano
ricette perché ogni ragazzo è diverso dall’altro,
ma la via del cuore, dell’interiorità, dell’anima
deve essere la via maestra.
Andrea
L
e succedeva da sempre, ogni volta che
un’immagine o una parola entravano
in collisione con una delle sue corde più
profonde, provocandole un’emozione forte.
Bastava che il telegiornale le gettasse ad-
dosso una delle tante tragedie della guerra, o
il racconto agghiacciante di un’ennesima vio-
lenza impunita , e subito Cheddonna si sentiva
addosso tutta l’angoscia e lo smarrimento delle
vittime. Le capitava di immaginare i loro pen-
sieri e di provare la loro rabbia, di vivere la
loro impotenza, e il loro lutto.
Spesso, ascoltando la radio in macchina, si
stupiva di osservare sul proprio volto, riflesso
nello specchietto retrovisore, due pieghe amare
ai lati della bocca, una ruga netta in mezzo
alla fronte, o una lacrima sfuggita al controllo
e rotolata via.
Le capitava anche, però, di sorridere os-
servando un bambino abbracciare il suo cane
e di sentirsi completamente in pace vedendo
stagliarsi, dietro il cavalcavia, montagne bian-
chissime contro un cielo turchino, o di emo-
zionarsi ancora per un film che aveva già visto
almeno tre volte.
Si sentiva come una tabula rasa, capace di
assorbire i sentimenti e le passioni di tutto il
mondo, senza difese e senza limiti, come sono
i bambini, e i vecchi che hanno veramente
vissuto, e sentiva che questa empatia, tutto
questo suo fondersi con le vite degli altri, senza
mai perdere di vista la propria, era un’immen-
sa risorsa, una fonte inesauribile di energia e
passione: il segreto per amarla sempre, la vita.
Chiara
Anima e corpo
Le avventure di Cheddonna