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I luoghi dello spirito
cuno, quando c’è da sporcarsi le mani, da fa-
ticare? Ci sono o non ci sono quando c’è una
“chiamata”?
Ed alla fine di tutto, quando sarò vecchio
oppure quando toccherà a me, alla fine dei
conti…. Insomma “Mi dirai di si o mi dirai di
no?”
Giovanni
Sentirsi a casa
L’angolo dell’arte
È
bello “sentirsi a casa”. Da poco ho ca-
pito che “casa” non è necessariamente
soltanto quella in cui vivo, ma può an-
che essere una città, una persona, una valigia,
un sogno, un’emozione, un amore, un libro, un
profumo, una chiamata, una fotografia, un at-
timo che non passa, un colore... quindi tutto ciò
che mi fa stare bene, mi fa sentire serena.
Il rosso mi dà energia, i libri mi rilassano,
i sogni mi fanno sperare, le fotografie, poi, le
guardo e le riguardo per cogliere sfumature di-
verse ogni volta, sguardi che non avevi notato
prima...le adoro!
Più di ogni cosa, però, mi fa sentire a casa,
viaggiare. Può sembrare un paradosso, visto
che il viaggio ti allontana da casa, ma a me fa
l’effetto contrario.
Ogni città, paese, paesaggio mi suscita emo-
zioni positive.
Un luogo che particolarmente
ha suscitato in me pace e sere-
nità è stata Assisi. La “conobbi”
per la prima volta nell’agosto del
2011 in occasione di un pellegri-
naggio. Me ne innamorai.
Tutto ad Assisi è “caldo”: il
colore delle mura antiche, l’at-
mosfera che ti accoglie appena si
inizia a salire verso la città anti-
ca, il silenzio che ti accompagna
nel duro cammino verso l’Eremo
delle carceri. Tutto ti parla di
Francesco. Quando, poi si entra
in Basilica superiore, dove ti ac-
coglie l’arte unica e inconfondi-
bile di Giotto che ti racconta la
sua vita, non si può che rimanere
colpiti ed emozionati.
Per chi vuole conoscere di “persona” san
Francesco deve scendere in Basilica inferiore
ad ammirare il ritratto più somigliante, dicono
i più grandi studiosi di arte, del santo, eseguito
da Cimabue. è scalzo, indossa il saio, e ha un
aspetto giovanile, con una corta barba e con la
chierica.
Fissando il fedele, mostra con evidenza i se-
gni delle stimmate sulle mani e sui piedi, non-
ché sul costato grazie a uno squarcio all’altezza
del petto. Egli aveva originarimanete orecchie
molto grandi, attenuate dalle ridipinture suc-
cessive. Al petto tiene il libro della Regola. I
piedi sono elagantemente poggiati a terra, così
naturali e diversi da quelli che l’artista dipin-
geva ad esempio nelle più rigide iconografie dei
crocifissi.
Ma è nella cripta, dove è sepolto il santo, che
ho sentito veramente qualcosa di diverso, che
non si può descrivere a parole, e
che ho riprovato ogni volta che
ci sono tornata in seguito.
Qui mi sentivo a casa.
Bella sensazione.
Vi invito a non perdere l’oc-
casione per andare, almeno una
volta, in pellegrinaggio in que-
sto luogo unico.
Io stessa, a breve ci tornerò,
perché a volte si sente il bisogno
di “fuggire”.
Non una fuga sterile, sen-
za obiettivi, ma semplicemente
per ritrovare la direzione giusta
da prendere, la direzione verso
casa...
Antonella M.