Pagina 14 - Il Tassello

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I luoghi dello spirito
Col mio soffio di vulcano cancellerò
il gelo di questa stanza
e col volo di una freccia trafiggerò
quella pallida luna a distanza;
ci sarò e non ci sarò,
continuerò
la mia invisibile danza,
senza tracce sulla neve lieve sarò,
mi dirai di sì o mi dirai di no.
Avrà il silenzio la voce che ho,
e mani lunghe abbastanza,
sarà d’attesa e d’intesa, però
saprò quello che ancora non so.
Col mio cuore di matita correggerò
gli errori fatti dal tempo
e con passo di guardiano controllerò
che si ferni o che avanzi più lento;
ci sarò e non ci sarò, ti parlerò
con ogni fragile accento
e sarò traccia sulla neve, neve sarò,
mi dirai di sì o mi dirai di no.
Sul manoscritto l’inchiostro sarò
e mi avrai nero su bianco,
saranno gli occhi o i tarocchi, però
saprò quello che ancora non so;
mi dirai di sì o mi dirai di no,
mi dirai di sì o mi dirai di no.
Sarai sola nel tuo sole
o solo sarò,
mi dirai di sì o mi dirai di no,
mi dirai di sì o mi dirai di no.
L’apprendista stregone
Mi ritorna in mente
M
olti altri miei colleghi sono stati for-
midabili a scrivere le cose più varie e
sensate riguardo ai luoghi dello spirito
prendendo in considerazione quasi tutti gli ar-
gomenti proposti dalle linee guida.
Ancora una volta però vorrei essere un poco
“border-line”.
“L’apprendista stregone.” Per chi non sa il
contenuto della ballata di Wolfgang Goethe
si tratta di un giovane apprendista (che lavo-
ra nello studio di uno stregone) che dovrebbe
fare le pulizie. Questo ragazzo approfitta di un
incantesimo del maestro per dare vita ad una
scopa affinché compia il lavoro al posto suo.
Ma la scopa fa quello che vuole ed allaga lo
studio. Per porre fine all’incantesimo l’appren-
dista spezza la scopa in due con l’accetta ma...
due pezzi di scopa fanno più danni che una….
Solo con il ritorno del maestro stregone si
rimedierà al danno.
La morale della ballata è chiara: meglio non
cominciare qualcosa che non si sa come finire.
Nel significato di oggi l’apprendista
stregone è una persona irrespon-
sabile che applica metodi
o tecniche che non è in
grado di co-
manda r e ,
col rischio di
provocare danni
per tutti. Da qui
la figura , riporta-
ta da molti film,
dello scienziato
pazzo. A questa
storia si riferisce anche un ce-
lebre episodio, con protagonista Topolino, trat-
to da “Fantasia” (1940) di Walt Disney.
Ma... “l’apprendista stregone” è anche il ti-
tolo di una bella canzone , musica di Angelo
Branduardi, testo di Giorgio Faletti (l’atto-
re scomparso il luglio scorso) inserita nel cd
di Branduardi “camminando camminando”
uscita nel 1996, che apparentemente non c’en-
tra niente con il tema ma... La fantasia, la
mente li considero a degno livello luoghi dello
spirito dove ciascuno di noi veleggia incontra-
stato e può ritagliarsi degli spazi meravigliosi.
L’insidia, ovviamente, è quello di sprofondare
in un mondo virtuale come molti vogliono farci
vivere oggigiorno.
Per i ragazzi sarà meglio vigilare: un po’ di
dieta da pc, smart-phone, social network, sel-
fie, e WhatsApp non sarebbe male, anzi sareb-
be disintossicante.
Ma lavorare di fantasia, come secondo me
ha fatto Faletti nella stesura del testo, non è
male : cito per esempio solo quattro versi. “Col
mio cuore di matita correggerò gli errori fatti
dal tempo e con passo di guardiano controllerò
che si fermi o avanzi più lento”.
Ovvio, non si può fermare il tempo, ma
l’idea sola di rallentarlo o ritagliarselo per se
stesso attuando diversificazioni dal quoditiano
non è utopia.
E poi mi intrigano molto le domande con-
tenute nel testo: “ci sarò o non ci sarò” ma so-
prattutto il tormentone della canzone “mi dirai
di si o mi dirai di no” che nel finale si ripete
parecchie volte.
Sono domande non banali, specie oggi. Ci
sono o non ci sono quando c’è da aiutare qual-