Pagina 8 - Il Tassello

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I luoghi dello spirito
luogo orrido, sassoso ai piedi di una monta-
gna incombente e fra tre corsi d’acqua, è sede
d’incontro con la Divina Madre che invita alla
penitenza e alla misericordia, cioè a dare il
proprio cuore ai miseri perché colmo della Pa-
rola salvifica di Gesù Cristo. Sull’altare è stato
collocato il “sasso” di granito sul quale la Be-
ata Vergine posò i piedi e sul quale rimasero
impresse le gocce del Suo sangue che succes-
sivamente scomparirono per l’indiscreta pietà
dei pellegrini.
Toccare la pietra è un invito a mettersi in gi-
nocchio a pregare e a comunicare direttamente
con Gesù tramite la Madre.
Il monito di santificare la domenica, conte-
nuto nel messaggio dell’Apparizione, è sempre
vivo; anzi oggi è più valido che mai. Il nostro
tempo, infatti, sempre più “contaminato” da
forti egoismi e vaste povertà, presenta chiese
sempre meno affollate, perché sta diventando
“normale” per molti cristiani il non partecipare
alla Messa della domenica.
Invece occorre aver
fiducia nella Madre della Misericordia poiché
senza il Suo aiuto nulla possiamo, senza le Sue
mani nulla possiamo sperare di buono e senza
la Sua mediazione nulla Dio ci concederà
.
Giulia
A
lcuni giorni fa, assieme a mia moglie,
stavo vagabondando su youtube, cer-
cando per diletto musiche e canzoni.
Sapete come succede, un link tira l’altro e così,
senza premeditazione, ci siamo ritrovati su una
selezione di canti di Taizè, alcuni noti, al-
tri dei perfetti sconosciuti.
Nella lista dei canti noti, un ca-
none in particolare mi ha colpito e
riportato indietro nel tempo: Mara-
nathà. Credo di aver gridato “ec-
colo!”, spaventando anche un poco
mia moglie che se ne stava lì tranquilla
al mio fianco.
Le ho così raccontato un episodio del mio
passato, di cui anch’io avevo in parte perso la
memoria: verso la fine delle superiori, per Pa-
squa ero appunto andato con alcuni compagni
di scuola e con il prof. di religione a Taizè, per le
celebrazioni della resurrezione; tre giorni avven-
turosi, in sacco a pelo, cucinando su un fornel-
letto di ventura ed attingendo acqua da un poz-
zo, con tanto di secchio e carrucola (insomma il
tipo di cose che fai giusto a 17-18 anni…)
Molti ricordi sono sfumati, ma non quel-
lo della veglia nella grande chiesa, illuminata
solo dai ceri e dai canti, dei falò all’aperto per
attendere l’alba (e riscaldarsi un po’).
E infine il canto, lento e potente, antico di
secoli ma fresco della fede di migliaia di gio-
vani come eravamo noi allora: Maranathà, Al-
leluja!
Da allora ne ho visti e vissuti tanti di luo-
ghi dove la presenza dello Spirito è più
facilmente percettibile che altrove
ed altri dove dovrebbe esserlo, ma
è stata coperta da strati di scorie e
di superstizione. Anche la mia fede
ha altalenato parecchio da allora,
ma mi è bastato risentire quel canto
per tornare indietro nel tempo e ritrovarmi
in quel posto, in quella notte ad attendere la
risurrezione del Signore.
Cosa posso proporre come ricetta? Ricor-
do che la mattina di Pasqua di tanti anni fa ci
venne offerta della cioccolata calda, per scac-
ciare il gelo della notte… proporrò quindi una
ricetta di torta al cioccolato, veramente deli-
ziosa.( anche se non sono sinora mai riuscito
a farla cuocere come si deve: al massimo l’ho
potuta presentare come budino al cioccolato in
crosta… una definizione degna della migliore
novelle cousine!)
Yuk! Yuk!! E buona e santa Pasqua da Pippo
Silvio
Chocolat
La cucina di Pippo