Pagina 3 - Il Tassello

Versione HTML di base

3
Le relazioni
IN QUESTO NUMERO
1. R
ELAZIONI
Don Attilio
2. L
E
AMICIZIE
DI
T
OMMASO
M
ORO
Don Giuseppe
3. L
A
FAMIGLIA
Don Peppino
4. M
I
ARRABBIO
SEMPRE
L
E
RELAZIONI
TRA
I MUSICISTI
Gianfranco Stoppa
5. N
OOO
ABBIAMO
GIÀ
FINITO
!
Andrea Inzaghi
6. S
ORELLANZA
Chiara Pesenti
7. “…
ASPETTA
CHE
TI
CHIAMO
…”
Silvio Ceranto
8. L
A
COPPIA
. U
NA
RELAZIONE
PERFETTA
?
Danila Parietti
9. R
ELAZIONI
DI
PENSIERI
Giulia Zanardi.
10. L
A
TRASFORMAZIONE
...
Antonella Bellotti
CALENDARIO
11. P
RIMI
PENSIERI
DI
G
ESÙ
Marisa Tosi
12. I
VALORI
DELLE
BRAVE
PERSONE
Matteo Tognonato
13. I
L
VANTAGGIO
RECIPROCO
Luca Tessaro
14. L’
AMORE
ESISTE
Giovanni Grampa
15. N
ULLA
SUCCEDE
PER
CASO
Antonella Martino
AGENDA
D
alla consultazione realizzata nelle Par-
rocchie in Italia, in vista del Sinodo della
famiglia, risulta che: c’è un grande de-
siderio di famiglia quale fattore di felicità, che
di qualità alla vita; inoltre si evidenzia l’im-
portanza di una comunità che sia accoglien-
te, capace di impegnarsi nella condivisione del
cammino dei fidanzati e delle giovani coppie.
Siamo quindi chiamati a custodire i valo-
ri della famiglia. Custodire è la prima parola
che papa Francesco ha evidenziato nella prima
predica all’inizio del suo ministero : custodire
i valori e le tradizioni; custodire l’amore in fa-
miglia.
La famiglia
Sguardo sulla storia e sul mondo
assolutamente non volgare, portato allo scher-
zo, di carattere aperto e giocoso, alieno dai for-
malismi di corte, Tommaso Moro coltivava con
“generosa sollecitudine” e conservava con “im-
mutabile costanza” le sue molteplici amicizie.
Quando si trovava a familiarizzare con qualcuno
che scopriva profondamente corrotto nell’ani-
mo, ne prendeva le distanze a poco a poco, non
troncando mai bruscamente i rapporti, sem-
plicemente diradandoli e non senza dispiacere.
Aveva passione per le battute ingegnose, ma non
conosceva il sarcasmo, sapeva farsi prendere in
giro, prontissimo a ridere di se stesso, era capace
di trarre godimento da ogni cosa.
Moro si sposò due volte, essendo rimasto ve-
dovo, ed ebbe tre figlie e un figlio; rinchiuso nel-
la Torre di Londra per essersi rifiutato di sotto-
scrivere l’atto con cui il re Enrico VIII apriva la
strada al rifiuto dell’autorità del Papa e quindi
allo scisma dalla Chiesa cattolica, ebbe un fitto
rapporto epistolare soprattutto con la figlia Mar-
garet, alla quale dovette a malincuore spiegare
più volte che davvero, per un motivo di coscien-
za, la sua fede non poteva accettare di offendere
Dio col pretesto di far contento il re.
Eppure, davanti ai suoi giudici, con assoluta
sincerità poté affermare: “io sono e sarò un sud-
dito fedele e sincero del re, e prego per lui e per
i suoi ogni giorno”.
Tommaso Moro non andò temerariamente in-
contro alla morte, era un uomo equilibrato, un
cristiano serio ma non fanatico, come ha scritto
Claudio Magris egli “non amava l’eroismo, ben-
sì la fragile vita terrena e le sue effimere gioie
intrise di significato alla luce dell’eterno”. Con
pacatezza e serenità, vinta la propria lotta in-
teriore, mostrò che si può morire come martiri
cristiani avendo amato la vita e tutti coloro che
la vita gli aveva fatto incontrare, ma avendo an-
che imparato che la relazione con il Signore è al
fondamento di ogni altra relazione e che perciò
“bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”
(At 5,29).
Don Giuseppe