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Educarsi al pensiero di Cristo
Educarsi al pensiero di Cristo
Scrittori liberi
“L
a confessione di fede deve misurarsi
con la realtà di Gesù e del suo cammi-
no verso la croce, pena il ridurre la fi-
gura del Maestro ad una
propria immagine”.
Questa frase scritta
dal Cardinale Angelo
Scola nella sua lettera
pastorale 2015-2017
mi permette di pre-
sentare un caro amico,
Giuseppe Aspesi, che
nella sua vita ha cerca-
to, con i suoi talenti, di
imparare il pensiero e i
sentimenti di Cristo e di trasmetterli mediante po-
esie, odi, canzoni.
Giuseppe mi ha salutato con l’invito di diffon-
dere le sue opere, testimonianza della sua Fede.
Ho scelto innanzitutto “Nel Segno di Croce”
perché tutte le volte che noi eseguiamo il segno di
Croce “entriamo” nella volontà del Padre che si
manifesta nel figlio Gesù e che trae forza dallo Spi-
rito Santo.
Poi “Festa degli Angeli Custodi e dei Nonni” per
ringraziare tutti i nonni che aiutano a crescere e
ad aprirsi al pensiero di Gesù.
Giulia
costa troppo”, si sa che lontano da casa e famiglia
le lusinghe di una bella donna (dal punto di vi-
sta maschile) o di un bell’uomo (dal punto di vista
femminile) possono rappresentare una tentazione
che porta a un momento di debolezza, che può es-
serci una forte e diffusa diffidenza nei confronti di
chi viene da lontano.
Ma, per vivere più serenamente, bisognerebbe
avere la forza di non pensare esclusivamente ai pro-
pri interessi, chi governa può e deve lavorare per il
bene dei cittadini elettori evitando di rubare, chi gui-
da un’azienda può e deve rispetta-
re chi lavora per lui (e viceversa)
dandogli un sacrosanto stipendio
dignitoso, le persone impegnate
in una relazione possono e devono
evitare i tradimenti, la società
(vale per tutto il mondo) può
e deve accogliere i rifugiati
aiutandoli ad integrarsi nella
nuova realtà, a patto però che
siano persone oneste e abbiano la
volontà di integrarsi davvero.
D’altro canto, come scritto in
precedenza, non si deve essere
bigotti perché la storia insegna
che il fanatismo porta a conse-
guenze anche drammaticamen-
te devastanti; essere cristiani
non significa pregare tutto il
giorno e non divertirsi mai, la
vita va vissuta in quanto si tratta di un dono mera-
viglioso e prezioso.
Ai tempi dell’Italia contadina, vale a dire fino al
secondo dopoguerra, i preti minacciavano le donne
intimandole di avere tanti figli, altrimenti avreb-
bero fatto arrabbiare Dio, una cosa che oggigiorno
sarebbe impensabile.
E meno male, la storia che non bisogna fare
l’amore prima di essere sposati è una barzelletta
che non fa ridere nessuno, una coppia di fidanzati
che si ama può fare tranquillamente ciò che vuo-
le; un’altra ridicolaggine senza senso è pen-
sare che una coppia sposata debba unirsi
solo a scopi riproduttivi quando in realtà
non c’è niente di male nell’esprimere il pro-
prio amore solo perché è bello stare insie-
me, ovviamente se arrivano dei figli tanto
meglio, ma bisogna esserne
responsabili per cui meglio
non metterne al mondo 7-8
come si faceva fino a 60
anni fa.
Concludendo,
seguire
le regole presenti nel Van-
gelo può non essere facile
di fronte alle prove che la
vita ci sottopone, ma certa-
mente ci aiuterebbe ad essere
persone migliori.
Matteo