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Opere di misericordia corporali
Combattere la fame
Dalla carrozzina di Matteo
L
a fame nel mondo è una piaga che col-
pisce fette di popolazione drammatica-
mente troppo ampie nei paesi più po-
veri del pianeta, un mostro creato dall’uomo
stesso che i potenti della Terra sembrano non
voler risolvere, impegnati come sono a riem-
pirsi la bocca di belle parole e a fare promesse
senza mantenerle mai.
Basti pensare che, secondo un rapporto
Oxfam (una delle più importanti confedera-
zioni internazionali specializzata in aiu-
to umanitario e progetti di sviluppo),nel
2016 l’1% della popolazio-
ne mondiale arriverà a de-
tenere il 50% della ricchez-
za, percentuale che nel 2009
raggiungeva il 44%,mentre ol-
tre un miliardo di persone vive
con meno di 1,25 dollari al
giorno e una su nove non ha di
che nutrirsi dignitosamente, e
ci sono 62 multimiliardari la cui
ricchezza equivale a quella del
50% della popolazione più povera
del pianeta, cioè 3,5 miliardi di indivi-
dui.
Tutto vergognosamente vero. Di questa po-
tentissima élite non fanno parte i missionari,
persone eccezionali che, a rischio della pro-
pria vita, si recano nei luoghi più sperduti e
poveri per aiutare concretamente le popola-
zioni locali con cibo e cure mediche, costruen-
do scuole, portando l’acqua potabile, facendo
tutto ciò che è in loro potere per dare speranza
(e magari un sorriso) a chi soffre. Si tratta
di individui con un cuore e un coraggio am-
mirevoli, ma purtroppo il loro nobilissimo
(e utilissimo) impegno non risolve del tutto
certi problemi. Esiste un problema culturale
di fondo che riguarda l’istruzione e la libertà
delle donne; è un fatto acclarato che la mag-
gior parte dei bambini e dei ragazzi nei paesi
del terzo mondo non hanno accesso al sacro-
santo diritto di studiare garantendo a sé stessi
un futuro dignitoso e al proprio paese di pro-
gredire.
La possibilità di seguire un percorso di
studi crea una moltitudine di specializzazio-
ni, tutti (secondo le capacità) dovrebbero po-
ter diventare ingegneri, medici, insegnanti o
anche solo poter imparare un mestiere, ma è
molto difficile se non si ha da mangiare; e le
dittature militari e il fanatismo religioso non
sono certo di aiuto.
Anche l’occidente ha pesanti respon-
sabilità in un mondo dove c’è chi navi-
ga nell’oro e chi muore di fame; i paesi
più industrializzati sfruttano e hanno
sempre sfruttato le risorse e la
manodopera dei paesi pove-
ri per trarne profitto senza
lasciare nulla in cambio, e
questo è gravemente ingiu-
sto.
Da noi (intendo l’occiden-
te) le donne sono state il moto-
re della società e oggi sono libere
di scegliere e sbagliare quanto gli uomi-
ni, ma nei paesi poveri non hanno nessun tipo
di libertà individuale, non possono studiare,
non possono lavorare, spesso sono sfruttate e
vengono fatte oggetto di violenze, e guai se
parlano.
Sono sicuro che se avessero la possibilità di
ribellarsi a questa situazione molte cose cam-
bierebbero, proprio a partire dal problema
alimentare. Speriamo che prima o poi i gover-
ni collaborino concretamente affinché nessu-
no debba soffrire più la fame.
Un’ultima considerazione: chi ruba (perché
di furto si tratta) soldi destinati alle missioni
per fare la bella vita deve solo vergognarsi,
non importa l’abito che si indossa o la carica
che ricopre.
Matteo