Pagina 16 - Il Tassello

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IL TASSELLINO
Storie e giochi per riflettere e divertirsi
GIULIO E LE NUVOLE
“Giulio, ma sei ancora in giardino? È quasi il tramonto, dovresti rientrare!” disse la mamma. “Ancora
cinque minuti mamma, il tramonto è proprio il momento della giornata che preferisco!” rispose il
bambino.
Giulio, adorava rimanere in giardino fino a tardi a guardare il cielo. A quattro anni già conosceva
tutte le nuvole che abitavano sopra la città e con loro si divertiva a vivere storie diverse ogni giorno.
Sandra, l’avventurosa, sapeva raccontare storie di pirati, di draghi, di fantasmi. Milly era invece più
romantica: disegnava, tra l’azzurro, storie di re e regine, principi e principesse. Clelia, la golosona,
faceva apparire i dolci più invitanti: torte ricoperte di panna montata, coni gelato multi-gusto,
montagne di zucchero filato…Infine Amelia, la dotta, sapeva scrivere, ma a Giulio, almeno all’inizio,
non stava molto simpatica.
Il bambino, era felicissimo durante le giornate di sole, perché poteva vedere bene le sue amiche,
mentre era dispiaciuto di non poterle incontrare quando pioveva o c’era il vento. Ma il momento
che preferiva più di tutti era il tramonto: quando il cielo cambiava colore, le scene si dipingevano di
sfumature incantevoli e i personaggi sembravano quasi animarsi.
Il tempo passò e Giulio crebbe. Da quando aveva iniziato ad andare a scuola e aveva imparato a
leggere, Amelia, la dotta, era diventata la sua migliore amica: con lei poteva non solo immaginare,
ma anche comunicare.
Per il suo compleanno aveva chiesto come regalo ai suoi genitori un grosso album da disegno, sul
quale scriveva messaggi per Amelia e la nuvola gli rispondeva usando come foglio il cielo.
Giulio le chiedeva di raccontare che cosa vedeva dall’alto; lei invece voleva sapere che cosa aveva
imparato a scuola. Inoltre, quando vi era l’occasione, Amelia gli presentava le buffe nuvole
passeggere che arrivavano in città da tutti i paesi del mondo e traduceva per lui le avventure che le
narravano.
Un giorno Amelia disse a Giulio che lei e le altre nuvole, da qualche tempo, si sentivano poco bene:
non riuscivano più a modellarsi con agilità e vedevano il mondo come annebbiato.
Anche Giulio si era accorto di vederle diverse: più scure e appannate. Inoltre Sandra aveva iniziato
a disegnare draghi senza ali; Milly, regine senza corona; Clelia, gelati mono-gusto ed Amelia
stranamente faceva tantissimi errori di ortografia.
Decise di fare delle ricerche: prese la sua bicicletta e andò ad ispezionare la città. Notò che in giro
c’erano solo auto e che dai comignoli delle case e dalla fabbrica in periferia usciva del fumo scuro.
Guardò ancora più in alto e vide un immenso velo grigio che copriva il cielo. Si ricordò della
spiegazione fatta dalla maestra Margherita durante la lezione di scienze: quello che vedeva doveva
essere smog. Le sue amiche erano in pericolo! Doveva pensare ad un modo per salvarle: quel velo,
che rischiava di soffocarle, doveva sparire!
Chiese aiuto a suo papà. Il signor Giovanni era un ingegnere e sicuramente poteva aiutarlo a
progettare e a costruire la macchina che avrebbe salvato le nuvole.
Giulio aveva già un’idea: un enorme aspirapolvere a pedali!
... l’agenda