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IL TASSELLINO
Storie e giochi per riflettere e divertirsi
LA PORTA DELLA MISERICORDIA
Tommy e Kate erano grandi amici. Nelle belle giornate, dopo la scuola, si divertivano
ad andare al parco insieme. Lì potevano giocare agli esploratori, ai biologi, agli scalatori
e a molto altro ancora. Conoscevano ogni centimetro quadrato del parco e per organiz-
zare le loro avventure lo avevano diviso in zone, a ciascuna delle quali avevano dato
un nome. C’era l’ “Isola degli scivoli”, il “Laghetto incantato”, la “Piccola giungla”, la
“Spiaggia dei pirati” e poi in fondo, quasi alla fine del parco, la “Porta della Misericor-
dia”. I bambini avevano chiamato così la grande porta di un palazzo, sopra la quale si
poteva leggere la scritta “MISERICORDIA”, ma non sapevano cosa volesse dire. Quella
porta era sempre stata chiusa e Tommy e Kate spesso provavano ad immaginare cosa
avrebbero visto oltrepassandola: dei fantasmi… un grande tesoro… montagne di libri…
Un giorno, con loro grande sorpresa, trovarono la porta aperta. Era finalmente arriva-
ta l’occasione di risolvere il mistero e vivere la più grande delle avventure.
Avevano un po’ paura, quindi entrarono mano nella mano, per farsi coraggio. All’in-
terno c’era un grande atrio sul quale si affacciavano quattro porte chiuse. Sembravano
tutte uguali, ma guardandole meglio, su ciascuna, c’era un’incisione diversa: un orecchio,
una bocca, una mano e un cuore. Il mistero si faceva sempre più fitto: cosa significavano
quei simboli?
Tommy e Kate aprirono la prima porta. Entrarono in punta di piedi. La stanza era
completamente vuota, ma si potevano ascoltare delle voci: ciascuno riusciva a sentire i
pensieri e gli stati d’animo dell’altro.
Varcarono poi la seconda porta. Anche questa stanza era vuota. I due bambini erano
un po’ delusi. Qui ciascuno riuscì a trovare le parole per far sentire meglio l’altro.
Aprirono poi la terza porta. Questa stanza era piena di mobili accatastati. I due deci-
sero di entrare per cercare degli indizi utili a capire la funzione del palazzo. Per attraver-
sarla dovettero aiutarsi l’un l’altro: mentre uno scavalcava, l’altra lo teneva e viceversa.
Non trovarono nulla di interessante.
Aprirono infine l’ultima porta. C’era un lungo corridoio, talmente stretto che per at-
traversarlo dovettero abbracciarsi e camminare uniti. In fondo c’era un’altra porta che li
condusse all’esterno del palazzo.
L’avventura era terminata. Tommy e Kate non avevano trovato né fantasmi, né grandi
tesori, ma in compenso avevano compreso il significato della parola MISERICORDIA:
ascoltare, trovare parole di conforto, aiutare e stare accanto a chi ha bisogno. Guardan-
dosi negli occhi, i due bambini, capirono che sarebbero stati amici per sempre.
Elisa