Pagina 9 - Il Tassello

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Sulla festa...
IL “CAPO” E IL CORPO
U
n gesto come la visita del Vesco-
vo a una comunità cristiana della
Diocesi può prestarsi a inter-
pretazioni diverse e anche a qualche
equivoco.
Uno potrebbe pensare: “Arriva il
capo!”: così come avveniva con i princi-
pi del passato che passavano in rassegna
i propri possedimenti per riaffermare
il proprio potere, oppure come avvi-
ene ancora oggi quando il responsabile
di un’azienda fa visita ad una unità
produttiva per verificare che l’attività
lavorativa proceda secondo le direttive.
Insomma, la visita del “capo” avrebbe
il sapore dell’affermazione di un potere
oppure quello del controllo sulla fedeltà
agli orientamenti dati.
In un altro senso, al limite, la visita del
Vescovo potrebbe essere semplicemente
intesa come un elemento poco più che
decorativo, o addirittura folkloristico:
siccome è una festa importante per la
nostra parrocchia, per solennizzarla
chiamiamo il Vescovo a dare un po’ di
lustro all’evento.
In realtà, il senso della visita del Vescovo esprime una comunione, paradossalmente se
vogliamo, perché normalmente pensiamo che la comunione si esprima attraverso la presenza
di tanta gente che sta insieme volentieri. Per la fede cristiana questo è vero, ma lo è a maggior
ragione se tutta questa gente si riunisce attorno a una persona, che simboleggia non tanto il
potere o il comando, quanto appunto l’unità.
I cristiani non stanno insieme semplicemente perché si vogliono bene, ma perché formano
un corpo solo, e l’unità di questo corpo è rappresentata dal “capo”, cioè dalla testa, quindi dal
Vescovo, il quale a sua volta ci ricorda che l’unità è in Cristo Gesù. La visita del Vescovo è per-
ciò la visibilità del nostro legame con il “capo”, cioè non con chi comanda, ma con la “testa”
del corpo che noi siamo, che ultimamente è il Signore Gesù, colui che ci tiene uniti e che dà
senso al nostro ritrovarci e al nostro far festa.
Se Gesù, attraverso la comunione con il Vescovo che lo rappresenta, è il nostro “capo”, i
nostri cuori possono battere insieme e nessuna delle membra del corpo che è la chiesa sarà
disprezzata o abbandonata.
Don Giuseppe