Pagina 10 - Il Tassello

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Sulla festa...
PERCHÉ LA PARROCCHIA?
Sguardo sulla storia e sul mondo
C
elebrando il 50° di fondazione della nostra Parrocchia, alla quale è stata affidata Maria
Regina come patrona, è cosa buona riflettere sul significato della Parrocchia.
Cos’è la Parrocchia? Perché la Parrocchia?
Prima di tutto è bene ricordare cos’è la Chiesa. Sappiamo che durante la vita pubblica Gesù
ha avviato con i suoi discepoli una esperienza di comunione e missione. Risorto da morte li
riunisce, dopo lo spavento del calvario, con le apparizioni, e traccia il programma della loro
missione nel mondo. A Pentecoste si completa la fondazione della Chiesa e si avvia la sua es-
pansione. L’evento di quel giorno è un mistero continuo. Da allora la Chiesa sarà segno visibile
e strumento di salvezza in mezzo a tutte le genti e germe di nuova umanità. Non si può aderire
a Cristo senza aderire anche alla Chiesa. Seguire Cristo è possibile solo nella comunità.
All’interno della Diocesi ha grande importanza la Parrocchia, comunità di credenti abilitata
a celebrare l’Eucaristia, guidata da ministri ordinati in qualità di collaboratori del Vescovo. E’
l’espressione “più immediata e visibile” (G.P.II) della comunione ecclesiale. Anch’essa rappre-
senta “in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra” (C.V.II). “E’ la Chiesa posta
in mezzo alle case degli uomini, vive e opera inserita nella società umana e intimamente soli-
dale con le sue aspirazioni e i suoi drammi” (G.P.II).
E’ chiamata a promuovere rapporti umani e fraterni, ad essere “la casa aperta a tutti e al
servizio di tutti,” o come amava dire Giovanni XXIII “la fontana del villaggio alla quale tutti
ricorrono per la loro sete.” “E’ suo compito raccogliere il popolo nella vita liturgica, conservare
e ravvivare la fede delle genti di oggi, insegnare la dottrina salvatrice di Cristo e la carità delle
opere buone e fraterne” (Paolo VI).
Perchè non si riduca a una struttura di servizi religiosi occorre sviluppare un clima fraterno
di comunicazione e corresponsabilità intorno al Parroco, rappresentante del Vescovo e “vincolo
gerarchico con tutta la Chiesa particolare, la Diocesi” (G.P.II).
La Parrocchia valorizza i carismi personali e le esperienze, promuovendo i ministeri, solleci-
tando l’interessamento e la partecipazione da parte di tutti (Catechismo degli adulti).
Per funzionare bene ha bisogno di esprimersi in piccole comunità di base che “si incontrano
per la preghiera, la lettura delle sacre Scritture, la catechesi, la condivisione dei problemi
umani ed ecclesiali in vista di un impegno comune” (G.P.II).
La Parrocchia è popolo e famiglia: vuole raccogliere in armonia tutte le voci, senza sminuire
la loro originalità.
Allora perché fare festa?
Prima di tutto per gioire. Siamo popolo di Dio, salvati dalla misericordia del Padre, seme di
vita per tutti gli uomini amati da Dio, santi e peccatori, ma amati.
E poi per fare una verifica: come viviamo questa grazia che ci è donata? Che comunità sia-
mo?
Terzo per dire grazie: grazie a coloro che hanno voluto e fondato la nostra Parrocchia, a san
Michele nostra madre, ai Parroci che ci hanno guidato fino ad ora, a coloro che danno vita alla
comunità con il loro volontariato.
Sarà significativa la fiaccolata che faremo domenica 21 maggio.
Facciamo festa dunque e non solo con belle iniziative, ma soprattutto con tanta vita spiri-
tuale. L’arcivescovo card. Scola che verrà tra noi possa vedere una comunità impegnata nella
evangelizzazione e nella carità.
Don Peppino