Pagina 2 - Il Tassello

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La carità tra accoglienza e ririfiuto
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alla A alla Z. Da Nord a Sud. Dalla testa ai piedi. Nel linguaggio comune
abbiamo un sacco di espressioni polari che, indicando gli estremi di una
realtà, alludono alla sua totalità. Quindi illustrare una questione dalla A
alla Z significa presentarla in tutta la sua grandezza e interezza. Anche la Sacra
Scrittura ricorre a questo movimento del pensiero facendo degli opposti un simbolo
divino.Così,Dio è il trascendente totalmente Altro ma, insieme, è faccia a faccia con
Mosè. È il Dio terribile e spietato ma anche tenerezza di Padre. È il trascendente e
l’immanente, l’invisibile e il visibile, è tempesta impetuosa e brezza di vento leggero.
Il Vangelo, poi, è ricchissimo di polarità apparentemente paradossali. La Gloria
nella croce, la Vergine feconda, il Re servitore e così via. Evidentemente il paradosso
della polarità appare come uno dei pochi strumenti letterari efficaci per riuscire a
esprimere una briciola del mistero di Dio, potentemente presente e misteriosamente
assente. Ora, a ben pensare, questa polarità rispecchia molto anche il movimento
interiore della nostra fede: a volte avvertiamo l’infinito e, poco dopo, sperimentiamo
il vuoto; in alcuni momenti viviamo la consolazione della Sua presenza e in altri
la desolazione della Sua assenza. Nella luce accogliamo volentieri la Sua parola
radiosa che, nel breve volgere di un attimo, può diventare un muro tetro. Le nostre
esperienze di relazione polare con Dio ci avvertono che in noi il buio e la luce sono
mischiati, che abbiamo zone di fede e altre di idolatria, che in noi ci sono amore e
odio. L’esperienza concreta della vita rivela che, ad un tempo, siamo credenti e non
credenti, buoni e cattivi, salvatori e carnefici. La nostra è una condizione dinamica
e in divenire che non può essere fermata: se si blocca, esce dall’equilibrio e naufraga.
Dobbiamo camminare così, in un processo continuo di evoluzione, accogliendo
l’inevitabilità della fragilità ma, insieme, orgogliosamente attaccati alla volontà del
bene.
Il gioco delle polarità è l’unica vera strategia efficace per dare dinamismo all’amore.
Senza il paradosso della definizione polare della realtà di Dio non riusciremmo a
capire la nostra identità interiore. Mi spiego meglio. Il ricorso ai chiaroscuri e ai
paradossi per tentare di dire qualcosa di sensato sul mistero divino, ci dà le coordinate
per muoverci nel nostro microcosmo interiore, che non è fatto di nette divisioni ma
di alcune zone di ombra, altre di luce, altre ancora miste e in via di ridefinizione
continua.
La nostra interiorità è segnata da paradossi e contraddizioni, che se fossero
assolutizzati diverrebbero un ostacolo serio, e nessuno per amore di coerenza
potrebbe più aprir bocca.
Verità fra i poli