Pagina 5 - Il Tassello

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La carità tra accoglienza e ririfiuto
Q
uante volte l’abbiamo detto, espressione di meraviglia. Il cielo affascina
l’uomo per la sua vastità, luminosità e armonia meravigliosa. Chi non hai
provato a guardare il cielo in montagna, dove ti sembra di toccare le stelle,
la via lattea e le costellazioni? Il cielo appare come un simbolo e un segno della
gloria del Creatore con quegli astri che pendono dalla volta del cielo come miriadi
di lampade in un magnifico tempio o una festosa aula regale. I musulmani hanno
tentato di imitarlo con la famosa moschea blu.
L’uomo resta incantato di fronte al cielo illuminato di giorno dal sole e di notte
dalla luna e dalle stelle. Giobbe, dopo la travagliata notte dei suoi dubbi, si sente dire
per rassicurarlo : “Hai forse disteso tu con Lui il firmamento?” La volta celeste è un
simbolo dell’immensità che è un debole riflesso della maestà e trascendenza divina.
Nel cielo Dio ha la sua dimora, insegna la Bibbia, dal cielo egli interviene nella
storia dell’umanità e dei singoli uomini. Dal cielo Dio manda il suo Spirito, e la sua
parola, che torna a Lui quando ha compiuto la sua opera.
Gli angeli stabiliscono un legame tra cielo e terra, scendendo a compiere la loro
missione. : portare la sollecitudine di Dio per gli uomini. Per questo l’uomo rivolge
lo sguardo al cielo dal quale attende la salvezza : “Sollevo i miei occhi a te, che abiti
i cieli”
In continuità con l’A.T. Gesù ha ripetutamente affermato che il cielo è il trono di
Dio e la sua dimora, non solo a parole ma anche con il gesto di levare gli occhi al
cielo nei momenti solenni della sua vita: “Padre è giunta l’ora”. Gesù è il figlio che è
venuto dal cielo e ci ha donato come pane celeste, perché gli uomini abbiano la vita
eterna, quella del cielo.
La riconciliazione del cielo con la terra si è compiuta con il mistero pasquale, in
virtù del quale Cristo risorto dai morti è penetrato nel santuario celeste, aprendo
agli uomini l’accesso al cielo.
Due uomini in bianche vesti ai discepoli che fissavano il cielo, nel quale avevano
visto scomparire Gesù, segnano l’inizio del tempo della Chiesa,nell’attesa del ritorno
trionfale di Gesù sopra le nubi del cielo. I cristiani sanno che i loro nomi sono scritti
in cielo e che la loro patria non è più su questa terra ma in cielo verso il quale sono
incamminati, là incontreranno quel Gesù che ricompenserà le sofferenze sopportate
sulla terra per amore suo.
Così la Chiesa continua il suo pellegrinaggio terreno tra le persecuzioni degli
uomini e le consolazioni di Dio, nell’attesa che il Signore ritorni sulle nubi del cielo
dietro alle quali è scomparso. Allora avverrà la manifestazione gloriosa di ciò che il
cielo rappresenta per la fede e per la speranza cristiana.
Oh! cielo