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La carità tra accoglienza e ririfiuto
Essere a terra
C
i sono dei giorni in cui un musicista, un cantante, si ritrova a terra, e magari
sottoterra. “Va beh”, direte voi “Tutti abbiamo delle giornate buie in cui ci si
sente a terra”. “Un dolore, fisico o morale, capita a tutti e allora lei Gianfranco
cosa vuole insinuare?”Niente. Non voglio insinuare proprio niente, ma solo questo.
Un cantante per dolore si uccide, un altro si spara, ma perché? Perché gente famosa
come Luigi Tenco o Gino Paoli, famosi, con tanti soldini e con tante persone che
ascoltano la loro musica arrivano a questi gesti estremi? É capitato anche a me di essere
a terra, di dover dirigere cori, orchestre dopo aver avuto discussioni familiari, o aver
saputo che un tuo caro soffre perché tu lo hai ripreso, che piange e che ti dice “Non
rimproverarmi più, non mi vuoi bene”. E allora si sale là, sul palco e con il cuore a terra
o addirittura sottoterra, devi sorridere, non devi mostrarti affranto; sai benissimo che il
tutto si dimostrerebbe sfavorevole per la riuscita del concerto sai che i tuoi orchestrali,
i tuoi cantanti, canterebbero e suonerebbero male. E allora? Avanti, con il cuore che ti
scoppia e un sorriso falso sul volto, quel sorriso d’obbligo, perché sai che chi ti ascolta
non sa dei tuoi problemi, delle tue angosce, del tuo essere a terra. Hai il cervello che
non si concentra, sbagli a dare gli attacchi i tuoi musicisti ti guardano, forse capiscono
il tuo dramma, ti sorridono. “Ma cosa sorridete a fare? Cosa c’è da ridere? Cosa fanno
ridono di me?” “Non sanno e sorridono”. “Essere a terra”. Come è brutto per uno
come me che crede nella musica, che crede che questa sia gioia, felicità, scoprire che
quello che ha scritto non è bello, non è piaciuto. Hai messo l’anima in quel lavoro, hai
speso giorni e giorni per scrivere, e il risultato: “Ma sì!”“Dai non prendertela, scriverai
meglio, dirigerai ancora bene”
Sì! E’ vero la vita continuerà, lavorerai ancora, forse la prossima volta andrà meglio:
ma meglio di che cosa? Ricevi critiche da destra e da sinistra, facce di compatimento.
Ma se sapessero il dramma di uno che pur sentendosi non a terra ma sottoterra deve
sorridere, presentarsi falso davanti agli spettatori.Tra qualche giorno inizierà il festival
di Sanremo, e allora tutti in scena, tutti a sorridere perché il pubblico quello vuole. E il
povero cantante, i presentatori, gli orchestrali tutti contenti, tutti soddisfatti per quello
che succede, anche se nonostante tutte le glorie e i successi si deve stare con i piedi per
terra; sanno che per il pubblico quel sorridere allieterà per brevi momenti migliaia e
migliaia di persone che sono a terra.
Auguri allora a tutti questi che lavorano nel mondo dello spettacolo e che a volte
devono sorridere pur essendo a terra.
Musica Maestro!
Maestro Stoppa